Monsignor Douglas: messaggi anche ai politici

Rimini

CESENA. «Spontanei, immediati, generosi». Il vescovo Douglas descrive così i cesenati, che a più di tre anni dal suo insediamento ha avuto modo di conoscere. Non solo nei pregi, ma anche nelle mancanze, che - segnala - sono «l’eccessivo individualismo e la tenedenza a pensare al proprio particolare», mentre il suo invito è quello di «imparare a pensare di più insieme».

Invitato ad indicare virtù e vizi del suo gregge, in occasione dell’annuale incontro con i giornalisti locali, monsignor Regattieri non si è nascosto dietro un dito. In particolare, per quel che riguarda la spontaneità e il modo di fare diretto dei cesenati, ha detto che «con loro non c’è bisogno di fare grandi discorsi, perché ti dicono in faccia le cose». Quanto alla generosità, ha spiegato che si concretizza in un «volontariato sociale molto esteso. Di più di quanto avevo riscontrato a Carpi (la sua diocesi di provenienza, ndr)».

Il vescovo non si è neppure sottratto ad alcune domande più “scomode”. A proposito dei sacerdoti ridotti allo stato laicale perché si sono macchiati di atti di pedofilia, ha detto che sono fatti che lo «addolorano tanto», ma ha aggiunto che «la grande maggioranza dei preti continua a svolgere bene il proprio servizio». E’ entrato anche nel merito della scelta presa nella parrocchia di San Ricco di non accettare chierichette: «E’ una possibilità che è stata concessa a livello nazionale e la nostra diocesi l’ha recepita. Però non è un dogma di fede e quindi è il sacerdote a scegliere. La sua decisione si può condividere o no, ma va rispettata. Personalmente sarei più aperto».

Interessanti gli input diretti verso il mondo della politica locale, in vista delle elezioni di primavera. Pur ricordando che la chiesa non scende certo nell’agone della competizione tra partiti, il vescovo ha sottolineato due nodi che dovrebbero essere al centro dei programmi. Il primo è il lavoro che non c’è e la conseguente povertà crescente, con tanta gente in forte difficoltà che «sempre più spesso bussa alle porte non solo della Caritas, ma anche delle parrocchie». Un altro tema centrale su cui si è soffermato monsignor Douglas è la «realtà giovanile molto disgregata, verso cui non c’è sufficiente attenzione». Proprio alle inquietudine delle nuove generazioni saranno dedicate le riflessioni che la Diocesi di Cesena-Sarsina porterà avanti quest’anno, mentre il prossimo sarà incentrato sul tema della famiglia. Più in generale, l’invito rivolto ai politici è quello di «agire per il bene comune, cercando di creare coesione, senza alimentare contrapposizioni».

E la Chiesa cesenate? Il vescovo è pronto a tradurre su scala locale i messaggi lanciati da Papa Francesco, a partire dall’esigenza di valorizzare le periferie. Questo a Cesena significherà «un doveroso alleggerimento della struttura diocesana, a partire dalla Curia, per dare sempre più spazio alle parrocchie e alle associazioni». Alcuni paletti etici e dottrinari restano però fissi. Per esempio, non si mette in discussione il modello tradizionale di famiglia: «Il discorso della legge naturale resta fondamentale - afferma il vescovo - anche se la società moderna tende ad andare in un’altra direzione».

 

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