Sabrina Vescovi: la più preparata ma poco empatica
Vanta esperienza amministrativa e la mette in mostra. La sua carta vincente è la credibilità che ricerca con la solidità delle argomentazioni. Cattedratica, a tratti, ma sempre chiara. Svetta rispetto alla concorrenza sui temi culturali e non cerca mai l’applauso facile né il consenso di “pancia”. Non va in difficoltà estrema neppure quando tra le domande a sorpresa pesca quella sui dipendenti comunali: si prende una bordata di fischi da una parte del pubblico ma tiene la testa alta e rivendica la qualità dell’operato di chi lavora in municipio. Avrebbe più volte l’occasione di affondare il colpo sulle lacune della giunta uscente ma tira indietro la mano. Sorride poco, ammicca ancora meno e anche quando racconta la barzelletta autoironica sulle Feste dell’Unità (“come i cocomeri, rosse e piene di semi”) riesce a far ridere solo i suoi più vicini sostenitori, ma a denti stretti.