Un musicista e la sua vita in barca a vela

Rimini

 

Ci sono molte isole, porti e città del Mediterraneo nel libro “La musica del mare” (Nutrimenti, Roma; 2014, pp 189, euro 16), di Roberto Soldatini. E c’è anche un po’ di Romagna: Santarcangelo, che non è bagnata dalle onde ma è comunque artisticamente un affollatissimo porto di mare, e Cervia, che invece deve proprio la sua fortuna all’acqua salata. A Santarcangelo il musicista neonauta, come si autodefinisce, ha incontrato Leo De Berardinis, “viso asciutto, scavato. Sguardo penetrante, voce profonda. … Aveva l’aspetto di un cavaliere solitario, di uno zingaro”. Con lui lavorerà al Don Giovanni di Mozart e alla composizione dell’opera “Come le maree”.

A Cervia Soldatini sale per la prima volta a bordo di un Moody 425, scoprendo che “non era stato progettato per accogliere un violoncello”. E che violoncello! Uno Stradivari che sarà invece l’unico ospite fisso a bordo di Denecia, la sua barca-casa di 14 metri, un Moody 44 acquistato poi usato in Inghilterra.

Quella di Roberto Soldatini è un’avventura umana e culturale non usuale, fin da bambino da un punto di vista musicale e, solo recentemente, anche marinaresca. E’ infatti un violoncellista, direttore d’orchestra e compositore di respiro internazionale che da qualche anno ha deciso di vivere in barca. Una barca grande e confortevole, ma comunque piccola, se confrontata con la metratura di una qualsiasi casa, e spartana, sempre nel paragone con le abitazioni di terraferma.

Nel libro racconta proprio questa sua seconda vita acquatica, quando a cinquant’anni decide di prendere il largo, vendendo la casa e acquistando la barca, per viaggiarci sei mesi all’anno e viverci nei restanti sei. Una scelta insolita, oggi che le barche, almeno quelle grandi, sono principalmente status symbol, veicoli sportivi o camper galleggianti, oggi che le darsene sono per tanti mesi all’anno praticamente deserte e le barche abbandonate.

Il viaggio s’avvia a Port Napoleon, nel sud della Francia, per raggiungere Roma e poi Istanbul, per ritornare prima a Roma e infine a Napoli, dove l’autore troverà una città incredibilmente ospitale e un approdo a Borgo Marinari che insieme a Castel dell’Ovo è una vera isola, Megaride, ed è uno dei “posti più belli per vivere in barca”. Lì Soldatini, oltre a scoprire un luogo culturalmente vivissimo, è riuscito in pochi minuti ad ottenere la residenza, dove? in “isolato barca”, come hanno scritto funzionari entusiasti sulla sua carta d’identità.

Il racconto ha una partizione musicale, con arie, recitativi, intermezzi, concertati, finali, senza tralasciare un doveroso bis e sipario, applausi, dietro le quinte. Una rotta geografica e interiore, in cui si mescolano vicende musicali, descrizioni paesaggistiche, riflessioni sulla contemporaneità.

Leggendo viene voglia di ascoltare il Preludio della Suite n.1 in sol maggiore per violoncello solo di Bach, ribattezzata da Soldatini Suite onda, di navigare di isola in isola nel mar Egeo, di sapere qualcosa di più di due grandi marinai e progettisti, l’inglese James Wahraam e l’italiano Ernesto Tross. Due leggende della vela, due spiriti liberi, capaci di costruire e navigare su barche originalissime, come i catamarani a doppia prua del primo o le barche con prua a T e senza randa del secondo.

Se la scelta di Soldatini vi sembra estrema e la quotidianità famigliare e lavorativa un obbligo faticoso e insieme gratificante, non perdete però l’occasione di alzare una piccola vela e andare ad ascoltare la musica del mare, anche a poche miglia dalle caotiche spiagge romagnole. E’ un’esperienza alla portata di tutti e ogni barca, anche una semplice deriva, non è “un oggetto del desiderio ma un mezzo per raggiungere altri orizzonti”, geografici e spirituali.

Roberto Soldatini, 2014

La musica del mare.

Nutrimenti, Roma

pp 189, € 16.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui