Trombe marine da paura

Rimini

Nessuno potrà obiettare che l’estate che sta volgendo al termine sia stata, a livello climatico, la più insolita degli ultimi anni. Il caldo senza aria che ci ha accompagnato per diverse scorse stagioni e che causava i tanti allarmi siccità sono un lontano ricordo. Questo però non significa che, in Romagna, sia stata un’estate soleggiata ma fresca, anzi. I giorni di sole consecutivi a fatica si possono contare su entrambe le mani. Violenti ed improvvisi temporali, vere e proprie bombe d’acqua, tempeste di fulmini e giornate piegate da vento forte hanno caratterizzato questi mesi. Se il tempo è stato instabile a terra, in mare ha riservato degli spettacoli a cui non si può dire che eravamo abituati, anche se negli ultimi anni non sono mancati: le trombe marine.

Certo, non sono fenomeni rari da osservare nel Mediterraneo che è un mare caldo e che si sta scaldando ancora di più, ma la costa romagnola non era propriamente un habitué. Quest’anno, invece, è stato possibile osservarne qualcuno in più. «A livello di meteo stanno succedendo cose strane – afferma Giovanni Soldini, il famoso navigatore solitario –. Studiando la casistica si può capire che qualcosa sta cambiando. Il clima sta dando segnali che l’uomo non sta prendendo seriamente. L’acqua si sta scaldando e il livello si sta alzando, questo porta a delle stranezze metereologiche».

La maggior parte delle persone può assistere a questi fenomeni standosene a casa o al riparo di un edificio, quando capita ai velisti in barca la situazione assume altri aspetti, spesso preoccupanti. Werther Mussoni, navigato velista romagnolo una volta se l’è vista proprio brutta: «Due anni ero al largo di Fano quando all’improvviso è arrivata una tromba marina che ha colpito la mia barca, ho rotto il fiocco e l’orecchio... Era quasi del tutto staccato, ma all’ospedale me lo hanno cucito subito e benissimo». Non è l’unica volta che si è trovato di fronte ad una simile situazione «una decina di anni fa, in Croazia, se ne è formata una parecchio alta che da lontana è arrivata in un baleno vicino alla mia barca, sono scappato da lì ma mi ha seguito per una mezzoretta, non è stato piacevole»...

Max Sirena, skipper di Luna Rossa ed esperto di Coppa America ne ha viste parecchie di trombe marine: «Le ho prese tutte vicino alla costa, in Portogallo come durante la Rimini-Corfù. Proprio in questa regata, una piccola è passata in mezzo alla barca. In genere cerchi di evitarle ma spesso non puoi e allora speri che passino il prima possibile e poi ti lecchi le ferite... Questa estate è stata atipica, noi che siamo a Cagliari (per preparare la prossima campagna di Coppa America, ndr) abbiamo beccato molte giornate di vento, non è un male, anzi, ma spesso non siamo potuti uscire in mare perché era troppo rischioso».

«Questi fenomeni si formano quando molta umidità incontra una corrente di aria fredda – spiega Claudio Brolli, velista riminese - Quest’anno l’anticiclone delle Azzorre non è mai entrato e rimanendo quello africano abbiamo avuto molta umidità, pochi sbalzi di temperatura, e se questa incontrava correnti di aria di aria fredda facile che si formassero trombe marine. Qualcuna ne ho vista proprio qui nell’Adriatico ma la volta che ho avuto paura è stato durante una Rimini-Corfù-Rimini quando abbiamo preso una bella burrasca. Questo fenomeno dura più a lungo di una tromba d’aria. L’Adriatico è un mare imprevedibile, ed è difficile scappare via».

Anche se giovane, un altro che ne ha viste parecchie è Michele Zambelli che tra Mediterraneo e Oceano ne può raccontare alcune: «La più spettacolare l’ho vista nel 2010 durante la qualifica per la MiniTransat. Navigavo da 12 giorni, ero partito da Rimini per arrivare a Genova e proprio nel Golfo della città ligure di botto mi ha colto la bonaccia. Ero fermo e la tromba marina si avvicinava velocemente verso di me. Fortunatamente mi ha solo sfiorato a poppa ma ho “ vibrato”un bel po’. Dopo la situazione è tornata più o meno normale ma quando ci ti ritrovi in mezzo devi pensare alla sopravvivenza. Ne ho viste anche altre più lontane, sono sempre emozioni forte perché sai che non hai motore e se si avvicinano è faticare scappare pagaiando. Succedono spesso nel Mediterraneo perché è più instabile ma qualcosa sta cambiando».

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