Il cantiere che lasciò il porto canale
Due anni fa, nell’agosto del 2014, è morto Dino Para. Assieme a Luigi Morri, dopo aver lavorato al Cantiere Carlini, diede vita a un’attività che nel corso degli anni ha costruito barche che hanno fatto la storia della vela italiana, da “Brava” a “Rimini Rimini”, vincitrice della prestigiosa Rimini-Corfù-Rimini, lavorando su progetti di Sparkman & Stephens, Sciomachen. Vallicelli, Cori o Elvstrom. Dal cantiere sono uscite barche grandi e piccole. Derive come i Flyng Junior, i Beccaccini, i Lightning e i Flying Dutchman fatti in legno. Barche d’altura lunghe anche più di sedici metri per la competizione o la crociera come Gemma, Alexandra, Arlecchino, Oro Fino o Jole, tanto per fare dei nomi. Barche rimaste in Romagna o finite ad appassionati stranieri capaci di apprezzare l’arte della lavorazione del legno fatta da mani esperte e qualificate.
Oggi a portare avanti il cantiere c’è il figlio di Dino, Valter Para, 53 anni, cresciuto nel cantiere del papà. «Si spostarono a Viserba», ricorda, «perché lì trovarono la terra per il capannone. Al porto avevano trovato un posto nella zona di fianco al ristorante “L’Ancora” ma l’arrivo di una scogliera, proprio in quel punto, rese impossibile il lavoro e si spostarono».
I ricordi si mischiano fra i racconti sentiti e le esperienze personali. «Io feci la scuola da tornitore ed entrai a lavorare a tempo pieno nel cantiere nel 1982. Per essere maestri d’ascia si doveva lavorare almeno tre anni in un cantiere e poi si doveva seguire un corso specifico e dare l’esame. Così feci... Ma io in pratica ero cresciuto nel cantiere. Io e mia sorella fin da bambini andavamo intorno al babbo e gli portavamo questo o quell’attrezzo quando costruiva i Flying Dutchman... Proprio in questi giorni sono andato a vedere un vecchio Fd costruito da mio padre nel ’72 che oggi necessita di una sistemata».
Tra gli Anni Sessanta e gli Anni Ottanta, il periodo in cui furono realizzate il maggior numero di barche, il cantiere arrivò a dare lavoro anche a una quindicina di persone. Oggi sono in tre. Non si parla più di nuove costruzioni, anche se ogni tanto qualche armatore interessato spunta fuori, ma soprattutto di manutenzione ordinaria e straordinaria. Morri e Para effettua restauri, allestimenti interni, lavorazioni in vetroresina sottovuoto, costruisce coperte in teak… Ma soprattutto continua a fornire l’assistenza alle tante barche che dal capannone di Viserba, oggi a due passi dalla Fiera di Rimini, sono partite per solcare i più diversi mari. Un punto di riferimento per gli armatori e un punto fermo della nostra storia marinara.