Una barca romagnola tenta il record del giro del mondo

Rimini

RIMINI. La barca si chiama Italia e porta il logo dell’Enit (l’ente nazionale per il turismo). E’ nata nel 2012 a Vallecchio, sulle colline dietro Riccione, e vuole sfidare il mondo. Giovedì scorso il velista sardo Gaetano Mura è partito da Gibilterra con l’obiettivo di effettuare il giro del mondo senza scalo a bordo di un Class 40. Capo di Buona Speranza, Capo Leeuwin, Capo Horn, la risalita dell’Atlantico: in totale 21.615 miglia in perfetta solitudine. Il cinese Guo Chan (che da alcuni giorni è disperso in mare perché nel nord Pacifico è stato ritrovato il trimarano col quale tentava un nuovo record) con lo stesso tipo di barca, riuscì a far tutto in 137 giorni, stabilendo il record.

Il Class 40 è una barca da regata di dodici metri per la quale sono nate nel corso degli anni numerose competizioni. Lo scafo di Gaetano è stato progettato dal francese Sam Manuard e costruito a Vallecchio nel cantiere del riccionese Bert Mauri, vincitore negli anni Novanta di regate come la Rimini-Corfù-Rimini, e da qualche anno impegnato nel suo cantiere sui colli dove ha già dato vita a una quindicina di barche: i Mini di sei metri e mezzo che si danno battaglia nella traversata atlantica, barche da crociera, Class 40, modelli custom che inseguono il sogno di un armatore o le idee di progettisti innovatori.

«Con Gaetano», spiega Mauri, «ormai c’è un rapporto di amicizia. Sta bene in solitario ma ama molto il contatto con la gente. Ci sentiamo tutti i giorni via e-mail. E’ un monumento alla determinazione. Né io né lui avremmo pensato di arrivare a un giro del mondo quando ci siamo conosciuti anni fa per il suo minitransat. Per il suo giro del mondo abbiamo effettuato molti lavori per adattare la barca alle condizioni estreme che troverà».

E’ stato necessario realizzare delle paratie interne per il rafforzamento strutturale dello scafo e per ricavare una cellula di sopravvivenza. Mauri ha costruito la tuga allungata, la copertura per la protezione necessaria durante la navigazione in condizioni estreme.

E’ stato effettuato un esame radiografico dello scafo e dell’albero. Sono stati installati una strumentazione solida e sofisticata e un timone di emergenza. Per affrontare il freddo dell’Antartico è stato messo a bordo un riscaldatore e per le esigenze di tutti i giorni un dissalatore. La produzione della necessaria energia è garantita invece da pannelli fotovoltaici flessibili.

Durante il suo giro del mondo Mura è dotato di un dispositivo di monitoraggio elettrocardiografico non invasivo che fornirà dati utili alla ricerca medico scientifica.

Sul sito www.gaetanomurarecord.com è possibile seguire ogni giorno l’impresa di Gaetano.

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