La Bora fa paura ma non rovina la festa della vela

Rimini

Dopo tre anni all’insegna della bonaccia, la 47esima edizione della Barcolana ha rischiato di non vedere il largo per colpa della Bora. Sabato 10 ottobre scorso, infatti, il più famoso vento che i triestini conoscono bene ha soffiato fino a 60 nodi. La situazione era senza dubbio preoccupante ma le previsioni rincuoravano gli organizzatori. Passata la notte, domenica 11 si è deciso di posticipare la partenza di due ore e così la regata più affollata ha preso il via intorno a mezzogiorno.

Iscritte circa 1681 barche, ben 968 sono riuscite a tagliare il traguardo. Prima su tutte Robertissima III, il 72 piedi di Roberto Tomasini Grinover con al timone Vasco Vascotto che ha vinto davanti alla sua città. Vascotto è così tornato alla vittoria dopo aver conquistato, nel 1998, la Barcolana a bordo del Riviera di Rimini. Seconda Jena No Borders team Iveco che ha migliorato il terzo posto dello scorso anno, terza Pendragon mentre quarta è arrivata la barca di Paul Cayard, Onboard Anywave.

Le imbarcazioni romagnole si sono ben comportate nelle acque triestine, con Fragolina di Omero Giangran (Ravenna Yacht Club) che ha chiuso al 32esimo posto in classifica generale e secondo nella seconda categoria. Nessuna barca romagnola ha vinto la propria classifica di classe mentre ben 5 imbarcazioni hanno tagliato il traguardo tra le prime 100, di cui 4 proprio del Ravenna Yacht Club.

Giangrandi, su Fragolina, è felice del risultato ottenuto, ma non troppo: «Purtroppo abbiamo sbagliato vele in partenza. Abbiamo usato quelle vecchie, siamo stati conservativi e lo abbiamo pagato: potevamo vincere. Sayonara mi sta sempre avanti, prima o poi riuscirò a superarla. Per il resto è andato tutto bene, il giorno prima per respirare dovevamo girarci di spalle, mentre domenica il vento era minore e solo a raffiche quindi decisamente meglio».

Magoo di Daniele Mazzotti, Circolo Velico Riminese, 112esima assoluta e 12esima nella quarta classe, non è rientrata per pochi posti nella top 100 ma è presenza fissa della regata partecipando ormai da 14 anni. Anche per Mazzotti la scelta delle vele ha influenzato un po’ l’andamento della gara: «Siamo partiti con vele vecchie per non rischiare le nuove visto com’era stato il tempo sabato, quando si sono toccati i 60 nodi di Bora e il morale dei partecipanti era basso. Domenica c’erano raffiche fino a 15 nodi che poi sono calate proprio quando noi siamo rimasti intrappolati nell’ultimo lato. Prima dell’ultima boa eravamo messi bene poi è diventata una lotteria con quel vento così instabile. Alla Barcolana ci vuole intuito e bravura ma pure molta fortuna».

Anche Granpesto di Venanzio Ferri (Rimini Yacht Club Vela Viva, 206esima assoluta, 45esima nella prima categoria) è un habitué della regata: «E’ andata bene visto il sabato disastroso, domenica le condizioni erano migliorate molto, è addirittura finita con il sole. Noi siamo andati discretamente bene, abbiamo perso posizioni all’ultima boa ma siamo molto soddisfatti. La Barcolana, poi, è sempre una bellissima festa, è tanti anni che partecipo e continuerò a farlo».

Dal fronte cesenaticense il miglior risultato è quello di Prima di Roberto Ranieri e Guido Emiliani (Circolo Nautico Cesenatico, 115esima assoluto, 19esima della quarta categoria). Per l’equipaggio di Prima la regata di Trieste è diventata negli anni un’occasione per rivedersi con gli amici, come spiega Ranieri: «La barca è datata come il nostro gruppo di vecchi amici. Ormai è 10 anni che con questa imbarcazione affrontiamo la regata ma è diventato più un momento per ritrovarci tutti insieme visto che la facciamo tutti gli anni e uno di noi arriva da Barcellona pur di esserci. Siamo partiti bene, il Moro di Venezia ci ha superato solo nel terzo lato. Nessuno si è fatto male, fattore importante e non scontato quando si partecipa a una regata con così tante barche al via. Abbiamo limitato i danni e l’armatore ha già deciso di farla anche l’anno prossimo».

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