Nessuna spedizione punitiva all'aeroporto Fellini: assolti

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Un cumulo di falsità che sarebbe stato semplice smontare, come ha fatto la difesa degli imputati e di cui il tribunale ha dovuto per forza prendere atto, visionando semplicemente, con attenzione, le immagini riprese dalle telecamere. Ed invece ci sono voluti sei anni e la professionalità (quella si) degli avvocati Moreno Maresi, Mattia Lancini, Paolo Di Loreto (quest’ultimo del Foro di Pesaro-Urbino), per ristabilire la verità e ridare serenità ad Omar Protti, 41 anni, impiegato riminese in una ditta di import export, con un passato come body-guard e Gianluca Oliva, 47 anni, fanese residente a Pesaro, titolare di un’agenzia di intermediazioni e leasing nel commercio di autovetture. I due amici, infatti, si sono ritrovati davanti al giudice che lunedì scorso li ha assolti, per rispondere dei reati di lesioni personali aggravate dal pericolo di vita e violenza privata in concorso, in relazione ad un episodio che aveva profondamente scosso l’opinione pubblica riminese. Erano accusati d’aver mandato in coma, dopo un violento pestaggio punitivo nell’agosto del 2015 nel parcheggio dell’aeroporto Fellini, l’allora 22enne Kevin Fiore. Tesi supportata dalle dichiarazioni del padre Giovanni (poi ammazzato nel 2018 in un regolamento di conti a Panama dove si era trasferito a vivere con la famiglia), del fratello Gary e di un “super testimone”, stretto parente di un graduato in servizio alla polizia di frontiera dello scalo riminese ed a sua volta addetto al controllo dei parcheggi del Fellini.

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