Nell'estate del 1900 arriva a Rimini il gioco inglese per signore

Cultura

L’avvenimento di maggior spicco che caratterizza la prima estate del Novecento è l’apertura al pubblico di un elegante lawn-tennis (tennis su prato) nell’area tra la Villa Baldini e la Villa Sangiorgi: un luogo «splendido, ombroso e vasto». Oltre al «gioco inglese», la nuova struttura ricreativa dispone anche del gioco dei birilli e del tiro con l’arco; per gli spettatori, inoltre – comunica Il Martello, periodico repubblicano, il 16 giugno 1900 –, mette a disposizione comode poltroncine e un «chiosco ad uso birreria tedesca».
L’imprenditore della bagnatura
Ideatore e promotore del lawn-tennis è Dimitri De Gravenhoff, un imprenditore russo innamorato della spiaggia di Rimini al punto di farne la sua abituale residenza estiva. Con la realizzazione di questo sciccoso impianto, egli intende imprimere alla «bagnatura» quel tocco «di socievolezza necessaria per renderla più simpatica ed attraente» (L’Ausa, 20 luglio 1900). Un desiderio, questo, che l’impresario cercherà anche in seguito di concretizzare con altre iniziative di carattere sociale ed edilizio. La più eclatante sarà la realizzazione del Grand Hotel Hungaria, primo “cinque stelle” del litorale.
Ottenuta dal Municipio la concessione del terreno per cinque anni – un’area di circa 1.600 metri quadrati –, De Gravenhoff, con grande nobiltà d’animo, la cede alla Società del lawn-tennis, che nel frattempo, sempre per sua iniziativa, si è costituita con l’adesione di facoltosi cittadini. Fanno parte del primo consiglio direttivo del club: il cavaliere Camillo Duprè, sindaco di Rimini, presidente; il dottor Dimitri De Gravenhoff, primo vicepresidente; l’avvocato Luigi Bianchini, secondo vicepresidente e i consiglieri: il N.H. Domenico Savini Landucci, il pittore Carlo Bocklin, il conte Pietro Spina, l’avvocato Pugliesi, il conte Filippo Battaglini, Carlo Castellucci, Dario Gaudenzi e Luigi Belli. Tra i primi soci figurano il costruttore Mauro Fabbri – che ha realizzato il bar del club «a sue spese» –, il sottoprefetto, cavalier Lavezzeri, Ernesto Nathan e il grande mattatore del palcoscenico Ermete Novelli (La Vita nuova, 15 e 22 luglio 1900).
I giornali vanno in brodo di giuggiole nell’enunciare le caratteristiche socio-sportive del nuovo gioco apparso per la prima volta «nei grandi parchi dei sontuosi castelli inglesi» e «sui prati verdissimi della Scozia. «La grande fortuna che il lawn-tennis ebbe – scrive La Vita nuova l’8 luglio 1900 – la si deve ricercare nell’organismo del gioco stesso: esso esercita l’attenzione e i muscoli; la palla balzellante sulle racchette è condotta alla vittoria da un’attenzione acuta, da una scaltrezza intelligente, da una leggerezza di movimenti. Negli altri giochi di palla la forza tiene il primo campo e la sveltezza il secondo: nel lawn-tennis invece la forza non conta, ma solo l’agilità intelligente: gli esseri più deboli, il bambino e la donna, si battono vittoriosamente coi forti». Un moderno passatempo, dunque, atto a valorizzare le peculiarità femminili, in un momento storico che vede la donna affacciarsi a una nuova realtà sociale sempre più disposta ad accoglierla e a valorizzarla.
L’inaugurazione di questo «geniale convegno» avviene domenica 15 luglio con un’interessante partita tra la contessa Amata Spina e un’abile giocatrice ospite del lido. Presenti al brindisi di apertura i soci del club, i rappresentanti della stampa e le «notabilità estere ed italiane» in vacanza a Rimini.
Il lawn-tennis, proprio come era negli auspici di Dimitri De Gravenhoff, diviene subito il fulcro della vita balneare, il ritrovo più gradito e scelto dalla fleur-fleur della «bagnatura», frequentatissimo dalla «colonia estera» e da eleganti signore in «ricchissime ed artistiche toilettes». «Ogni giorno – commenta La vita nuova il 5 agosto 1900 – nuovi soci entrano in questo geniale convegno: alle sette del mattino il gioco incomincia e fino alle dieci è un rinnovarsi di abili giocatori e di elegantissime giocatrici. Alle 4 del dopo pranzo il gioco riprende e dura fino alle otto mentre un numeroso pubblico di soci vi assiste. Ammiriamo ogni giorno delle splendide abbigliature e dei saggi di arte squisita delle sarte di Parigi e di quelle di tutte le grandi città d’Europa. Il nostro grande artista Ermete Novelli è rimasto incantato dal nuovo impulso che ha dato il lawn-tennis all’eleganza e alla vita della stagione balnearia».
Un successo effettivo, agevolato e sostenuto dalla stampa riminese con continui reportage sulle gesta sportive delle più assidue giocatrici. Tra queste non possiamo non ricordare la contessa Amata Spina, «una elegante e forte giocatrice»; la signora Hampel, «che ha in sé la coltura e la distinzione di una donna italiana del Cinquecento»; la contessa Adriana Battaglini, insuperabile nella sua «eleganza e bellezza»; la signora Olga Giannini, «artista egregia di scultorea bellezza»; la contessa Amata Cellesi, «la più interessante giocatrice del tennis» e anche «l’anima del gioco». Colonne d’inchiostro si sprecano sui periodici per decantare l’«attenzione acuta», la «scaltrezza intelligente» e la «leggerezza di movimenti» di madame De Gravenhoff, della signora Barbanti, della contessa Ginanni, della signora Toschi, della N.D. Bicchierai, della signora Battistini e di tante altre prestigiose esponenti del mondo raffinato e aristocratico dell’estate (La Vita nuova, 29 luglio 1900).

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