Nel futuro museale di Cesena Verona "vede" due pinacoteche

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L’ulteriore finanziamento da 2,5 milioni di euro per la Pinacoteca di palazzo Oir «è un risultato importante», commenta l’assessore alla Cultura Carlo Verona, che allarga lo sguardo al futuro del sistema museale di Cesena: «In qualche anno chi viene a Cesena potrà passare una giornata e non più solo qualche ora nei musei della città».

Due pinacoteche

Quello per la Pinacoteca a palazzo Oir è un lavoro, ricorda Verona, avviato dalla Giunta precedente: «Davide Trevisani fece un ottimo lavoro e fu bravo Paolo Lucchi a recepire l’opportunità che si stava aprendo con il ministro Franceschini. Importante è stato anche il ruolo della Soprintendenza che con una azione di tutela forte dichiarò l’indivisibilità del patrimonio della banca da quello del Comune. Quest’ultimo finanziamento consentirà di completare quel percorso». A chi avanza la critica che non tutti i quadri potranno trovare casa in quegli spazi, Verona replica che è «sempre stato convinto che le pinacoteche a Cesena debbano essere due, mantenendo quella comunale di via Aldini, connotandola sul ‘900 e il contemporaneo, riorganizzando, una volta pronta la galleria di palazzo Oir, anche quello spazio». Un progetto su cui puntare anche perché Verona è convinto del potenziale di accrescimento di quel patrimonio artistico: «Stiamo ricevendo proposte di donazioni di grande qualità», spiega, ma sui nomi non anticipa nulla, «troppo presto».

Il museo archeologico

È un sistema museale in crescita e in fermento quello cesenate: nel 2023 cominceranno anche i lavori del museo archeologico, altro intervento di svolta in ottica di sistema. «Stiamo attendo l’ok della Soprintendenza, che dovrebbe arrivare a giorni per candidare il progetto a un bando del Pnrr per il superamento delle barriere architettoniche. In questo caso non si tratterebbe di barriere fisiche, ma di ampliare l’accessibilità delle visite, lavorando sui contenuti audio, sui sistemi sensoriali. Ma a prescindere da questo bando nel 2023 inizieranno i lavori».

La biblioteca Comandini

In qualche anno la città passerà così ad avere «tre elementi forti», da proporre a chi visita la città. Nel nuovo progetto l’ingresso del museo archeologico non sarà più dietro dal chiostro San Francesco: «Si accederà dal cancello tra la Malatestiana e Casa Bufalini. Passando dal cortile si accedere non solo al museo Archeologico, ma anche alla biblioteca Comandini, ad oggi conosciuta solo agli studiosi che chiedono di consultarne i libri, e grazie a un nuovo ascensore all’aula del Nuti e alla biblioteca Piana. La famiglia Comandini insieme ai libri donò anche gli arredi, ci sono mobili di grande pregio, medaglieri, busti, quadri, c’è una Divina Commedia illustrata da Nattini. Ed è ospitata nell’antico refettorio del convento, un ambiente a sua volta suggestivo, con un bellissimo affresco».

La Rocca

Tra le sfide da affrontare nel prossimo futuro c’è quella della Rocca, in questo caso siamo alla fase delle idee, tra quelle su cui lavorare Verona, racconta quella di trasferire il museo della civiltà contadina attualmente alla Rocca, ad Agraria, «serviranno investimenti, ma da parte della preside c’è interesse. Alla Rocca sarebbe bello poter dedicare uno spazio, oltre che al museo della Giostra, anche alle ceramiche malatestiane, valorizzando il patrimonio che abbiamo in magazzino».

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