Negozio di Cesena al centro della solidarietà all'Ucraina

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Nel negozio Smak di via Mura Barriera ponente 67 ieri mattina era continuo il via vai di persone ucraine e italiane. Il punto vendita cesenate di prodotti ucraini e russi Smak è diventato nelle ultime ore uno dei punti di riferimento della mobilitazione per raccogliere prodotti da mandare in Ucraina. Di mano in mano saranno trasferiti nel magazzino della chiesa ucraina di Forlì e poi caricati su un pullman e mandati in Ucraina dove saranno distribuiti secondo le necessità. Gli orari sono da lunedì a sabato dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.30, la domenica dalle 15 alle 19.30. Sono raccolte che si affiancano alle raccolte fondi in favore della Caritas e della Croce Rossa dell'Ucraina.

Punto di raccolta

A cercare di fare ordine tra le donazioni, organizzandole in scatoloni, ieri mattina c'erano Anna e Tetyana, «siamo volontarie», spiegano. Il titolare dello Smak ha messo a disposizione il suo negozio, «io posso seguire la raccolta anche mentre lavoro, quindi ho dato la mia disponibilità». Continuamente si affacciano persone, chi per lasciare qualcosa, chi per chiedere informazioni e loro a turno spiegano, raccontano. Quando ad entrare sono ucraini, ci si aggiorna a vicenda sulle ultime novità su quello che sta succedendo nelle rispettive città di origine e si cerca di farsi forza a vicenda.

Quel che serve

«Ci servono cose che si conservino a lungo e che possano essere mangiate anche senza cucinare - spiega Tetyana - Cibo in scatola, pancarrè ma anche biscotti, frutta secca e cose che diano energia. Servono latte in polvere e cibo per i bambini, pannolini, assorbenti, prodotti per l’igiene personale». E poi medicinali e l’occorrente per curare le ferite: «Antidolorifici, siringhe, garze betadine, lacci emostatici, creme antibatteriche per le ustioni. Servono abiti caldi, sciarpe, guanti calzini». Di mano in mano che raccolgo il materiale donato oltre a dividerlo negli scatoloni lo etichettano, scrivendo in ucraino di che cosa si tratta. Nei gruppi whatsapp si tengono aggiornati su quel che serve a chi è là: «Ci arrivano richieste anche di prodotti militari, come caschi, binocoli con visore notturno, giubbotti antiproiettile, ma quelle sono cose che non possono acquistare tutti. Stiamo raccogliendo soldi e vedremo quel che riusciremo a fare».

I racconti da là

Intanto raccontano: Tetyana è originaria di una città vicina all'Ungheria, lì la situazione è più tranquilla, ma stanno arrivando tanti sfollati dalle zone sotto assedio: «Cerchiamo di accogliere e di aiutare». È in Italia da ormai vent’anni e racconta come la famiglia per cui ha lavorato fino a poco fa ora li stia aiutando, e come loro sono tanti gli italiani che partecipano alla raccolta. Anna invece è originaria di una città vicina al confine con la Polonia: «I miei figli sono là e da quando è cominciato l’assedio non penso ad altro». Da là ad Anna raccontano che hanno organizzato delle ronde: «Coprono i cartelli stradali o li smontano per disorientare i soldati russi, loro lasciano i segni a terra per segnalate agli aerei i luoghi dove bombardare e i civili vanno a coprirli».

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