Natalini: le nuove sfide della Commissione Europea

Editoriali

Con l’approvazione a grandissima maggioranza del Parlamento Europeo avvenuta mercoledì 27 novembre (i sì sono stati 461, 157 i contrari, gli astenuti 89), entra in carica il 1° dicembre la nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen. La data prevista era inizialmente il 1° novembre, ma la bocciatura dei tre candidati commissari proposti da Francia, Ungheria e Romania da parte del Parlamento Europeo medesimo (a conferma del processo democratico che è alla base della nomina dei Commissari europei, alla faccia della falsa narrazione dei sovranisti sui presunti “tecnocrati di Bruxelles non eletti da nessuno”), ha allungato i tempi.

Come italiani (che nonostante gli enormi problemi che abbiamo non dobbiamo comunque mai dimenticare che siamo tra i fondatori dell’UE, siamo l’ottava economia del Pianeta e la terza all’interno dell’UE) dobbiamo essere parte attiva del rilancio del progetto europeo, e non limitarci esclusivamente ad un dibattito monco e confinato ai temi di quanta flessibilità ci concede l’Europa nel fare deficit (ossia nuovi debiti) e alla gestione dei flussi migratori.
Le sfide che la nuova Commissione dovrà affrontare, infatti, riguardano non solo le questioni economiche e i flussi migratori, ma anche il cambiamento climatico, la digitalizzazione, la sostenibilità alimentare e la salute pubblica. E le iniziative che metterà in campo, pur con un bilancio di poco più dell’1% del PIL europeo (mentre i bilanci dei singoli stati membri raggiungono il 49% del PIL) avranno un impatto tangibile sui cittadini, i consumatori e le imprese.
Il principale obiettivo strategico del progetto politico della nuova Commissione è rappresentato dal “Green New Deal”, ossia un grande piano europeo orientato alla de-carbonizzazione dell’Europa. Verrà coordinato dal vicepresidente esecutivo Frans Timmermans (un olandese, che parla perfettamente l’italiano ed amico del nostro Paese), che supervisionerà il lavoro di ben cinque direzioni generali, tra cui quelle sull’energia e i trasporti. Dovrà attuare l’impegno solenne assunto da Ursula von der Leyen davanti al Parlamento Europeo il 16 luglio e ribadito mercoledì scorso: “Voglio che l’Europa diventi il primo continente ad impatto climatico zero nel mondo entro il 2050. (…) Per giungere a questo traguardo presenterò un “Green Deal” per l’Europa nei primi 100 giorni del mio mandato. Proporrò la prima vera e propria “legge europea sul clima”, che tradurrà l’obiettivo del 2050 in disposizioni giuridicamente vincolanti”.
In tale contesto, si prevede la creazione di un Piano di investimenti per un’Europa sostenibile, la trasformazione di una parte della Banca Europea degli Investimenti in una Banca Climatica Europea, consentendo in tal modo di mobilitare mille miliardi di euro di investimenti nel prossimo decennio, e un Fondo per la transizione equa, a supporto delle regioni più colpite dalla de-carbonizzazione (ad esempio le regioni in cui si estrae il carbone). Per evitare la ri-localizzazione delle emissioni di carbonio e permettere alle aziende europee di competere in condizioni di parità con quelle operanti in paesi con standard climatici ed ambientali peggiori, verrà introdotta un’imposta alle frontiere sul carbonio.
Per quanto riguarda la sostenibilità alimentare e la salute, la nuova Commissione intende presentare la strategia ‘‘Farm to Fork” che interesserà tutti i livelli della catena alimentare, contribuendo alla transizione verso un’economia circolare, ossia un’economia nella quale i rifiuti diventeranno le materie prime seconde per altri processi di produzione e consumo. La Commissione vuole anche ridurre la dipendenza dai pesticidi sostenendo lo sviluppo di prodotti alternativi e non chimici. Ad ennesima conferma di una falsa narrazione secondo cui l’Europa si occuperebbe solo di banche e moneta e non delle persone, la Commissione si impegnerà anche per migliorare ulteriormente le informazioni a disposizione dei consumatori europei sui valori nutrizionali e la sostenibilità dei prodotti alimentari nonché a coordinare l’azione degli stati membri su temi cruciali quali la resistenza batterica agli antibiotici e la prevenzione, diagnosi e trattamento del cancro.
E’ previsto anche uno sforzo per la digitalizzazione dei sistemi sanitari, anche attraverso la creazione di uno spazio europeo per i dati sanitari, aspetto non secondario del diritto alla libera circolazione delle persone e all’insediamento in un altro stato membro garantiti dall’UE.
La digitalizzazione dell’economia e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è l’altra grande sfida del nuovo mandato della Commissione Europea. Queste sfide, unitamente a quelle che compongono il pilastro europeo dei diritti sociali (salario minimo garantito; regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione; garanzia giovani; garanzia per l’infanzia; piena uguaglianza di genere ecc.) costituiscono un’agenda molto importante. Essa si intreccerà con la Conferenza su futuro dell’Europa, lanciata da Ursula von der Leyen, di durata biennale, per un ampio dibattito tra noi europei sul futuro dei nostri valori, istituzioni e regole comuni. Insomma, il cantiere Europa è ripartito e noi italiani dovremmo dare un fattivo contributo.
*Esperto di istituzioni, politiche e programmi dell’UE

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