Natalini: la strategia dell'Ue “Farm to Fork”

Editoriali

A fine maggio la Commissione Europea ha pubblicato la strategia “Farm to Fork” (letteralmente “dalla fattoria alla tavola”), uno dei pilastri della nuova economia verde di cui l’Europa aspira a diventare il motore mondiale, esercitando in questo modo quella leadership globale che in altri campi, per ragioni geopolitiche (il non essere compiutamente una federazione di stati) non è in grado di svolgere. La strategia è coerente con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e la sua ambizione è anche quella di innescare un miglioramento degli standard a livello mondiale, dando avvio alla transizione ecologica in Europa e, allo stesso tempo, evitare che nel resto del mondo persistano pratiche agricole non più sostenibili.

I dati di partenza su cui la strategia si fonda sono i seguenti: l’agricoltura è responsabile per oltre il 10% delle emissioni di gas serra; i cicli dell’azoto e del fosforo eccedono rispettivamente di 3 e 2 volte le capacità di assorbimento della natura, causando un diffuso inquinamento degli ecosistemi terrestri, acquatici e marittimi; l’uso eccessivo di pesticidi, che impatta negativamente sulla salute umana, l’impollinazione naturale svolta dalle api, la perdita di biodiversità; la crescente resistenza antibiotica e antimicrobica tra i malati, dovuta all’eccessivo utilizzo di farmaci negli animali, che causa circa 33 mila morti ogni anno nell’UE e consistenti costi sanitari; circa il 20% della produzione alimentare nell’UE viene sprecata; il 20% della popolazione europea è obeso e il 50% è sovrappeso. Tali fenomeni sono in crescita anche tra bambini e adolescenti, a causa di pessime diete alimentari e stili di vita troppo sedentari, che preparano il terreno per lo sviluppo di patologie anche molto pericolose (malattie cardiovascolari, certi tipi di tumore, diabete). Per fronteggiare questa realtà, gli obiettivi generali della strategia “Farm to fork”, in estrema sintesi, sono: garantire una produzione alimentare sostenibile; garantire la sicurezza alimentare (messa a dura prova dalla siccità e dai nubifragi); favorire una filiera alimentare sostenibile dalla lavorazione alla vendita (sia all’ingrosso sia al dettaglio), e anche i servizi accessori, come l’ospitalità e la ristorazione; promuovere il consumo di cibi sostenibili e sostenere la transizione verso abitudini alimentari sane; ridurre gli sprechi alimentari (che nel nostro Paese ammontano a 6 miliardi di euro, 5 euro a settimana per famiglia); combattere le frodi alimentari lungo la filiera. Tra gli obiettivi specifici più importanti da conseguire entro il 2030, che si riflettono anche nella Strategia europea per la biodiversità, possiamo annoverare: la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici; dimezzare la perdita di nutrienti, garantendo al tempo stesso che la fertilità del suolo non si deteriori. In questo modo si ridurrà di almeno il 20% l’uso di fertilizzanti; ridurre del 50% le vendite totali di antimicrobici per gli animali d’allevamento e di antibiotici per l’acquacoltura; trasformare il 25% dei terreni agricoli in aree destinate all’agricoltura biologica. Una politica meno superficiale e propagandistica, con un contenuto tecnico più sostanzioso, dovrebbe impadronirsi di queste tematiche, farne diventare punti cruciali della propria agenda e narrazione quotidiana, organizzare seminari di approfondimento con i cittadini, promuovere corsi di formazione sulla transizione ecologica per gli operatori e i giovani attratti dalla nuova agricoltura. D’altra parte, la strategia Farm to Fork, che è uno dei fari della nuova normalità da costruire durante e dopo la pandemia da Covid-19, mira ad accelerare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili, per assicurare che la sicurezza nutrizionale ed alimentare sia garantita sia per le attuali che le future nuove generazioni, in un Pianeta che tra pochi decenni dovrà sfamare, in modo sostenibile per il Pianeta, 9 miliardi di persone, e che nel presente vive il paradosso inaccettabile di 800 milioni di persone (in molti casi bambini) che soffrono la fame e la denutrizione, mentre oltre 2 miliardi hanno problemi di obesità e sovrappeso per eccesso di calorie.
*Esperto di istituzioni, politiche e programmi dell’UE

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