Naso chiuso, la sinusite non colpisce soltanto d’inverno

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Naso chiuso e secrezioni di muco denso e viscoso. Ecco come si manifesta la rinosinusite, meglio nota come sinusite: una patologia comune e decisamente “democratica” che non fa distinzioni di genere o di età. Si tratta di un’infiammazione dei seni paranasali, ossia di quelle cavità pneumatiche del massiccio facciale che servono per alleggerire il peso del cranio, che può verificarsi per vari motivi. A parlarne è il dottor Filippo Montevecchi, medico chirurgo con specializzazione in Otorinolaringoiatria che visita a Ravenna 33.

Dottor Montevecchi, è corretto dire che la sinusite sia un classico disturbo dei mesi freddi?

«Non proprio. Anche se con il freddo, con le infezioni e i virus possono aumentare i casi, in realtà si può soffrire di sinusite tutto l’anno perché molteplici sono i fattori che possono scatenarla. Nel complesso, la sinusite è un disturbo che colpisce il 15% della popolazione durante tutto l’anno».

Chi ne soffre maggiormente e come si manifesta?

«Sono a rischio le persone con allergie a pollini, acari e peli di animali o che hanno anatomie particolari, per esempio una ipertrofia ai turbinati. E ancora chi, per cause traumatiche, ha avuto danni del setto nasale e del cranio. Se, nei casi virali, più frequentemente coincide con il comune raffreddore, è più spesso la sua origine batterica a farne un fenomeno subacuto, se i sintomi permangono per 10-14 giorni, o cronico con malessere che si protrae per più di 3 mesi. In questi ultimi casi, l’ostruzione nasale generalmente comporta anche cefalea, dolore mascellare e un senso di pesantezza sopra e sotto gli occhi».

Fondamentale per avere una diagnosi differenziale e risalire alle cause della patologia, è rivolgersi a uno specialista di otorinolaringoiatria. Come si effettua la visita?

«Durante la visita, è possibile sottoporre il paziente alla fibroscopia nasale, un esame ambulatoriale effettuato tramite un sottile tubicino dotato di telecamera che viene inserito nella cavità nasale. Consente di vedere le due fosse nasali e l’ingresso dei seni paranasali. Qualora fosse necessario osservare anche le pareti dei seni paranasali, si suggerisce la Tac del massiccio facciale. Quest’ultimo è un esame indolore, veloce della durata di 2/3 minuti e con poche radiazioni, che ormai ha soppiantato i raggi al cranio. Con questi due esami, si possono indagare le caratteristiche anatomiche del naso e si determina l’approccio terapeutico più indicato».

In genere, in che cosa consistono le cure?

«In una prima fase, nella maggior parte dei casi prevedono antibioticoterapia e aerosolterapia utilizzando docce micronizzate a base di cortisone che agiscono come antinfiammatorio locale, favorendo la riduzione del gonfiore della mucosa nasale. Con queste ultime, in particolare, si è in grado di agire in maniera efficace direttamente sulle cavità nasali, concentrando l’azione del farmaco inalato sulle cavità nasali e paranasali ed evitandone la diffusione ai polmoni».

E se le terapie mediche non riescono a risolvere lo stato infiammatorio in maniera definitiva?

«Allora è opportuno valutare l’opzione dell’intervento. Oggi la soluzione per le sinusiti croniche, che siano associate a polipi nasali o meno, è la chirurgia endoscopica funzionale dei seni paranasali, chiamata FESS (Functional Endoscopic Sinus Surgery). Questa tecnica chirurgica mininvasiva utilizza ottiche endoscopiche, videocamere e strumenti dedicati con cui è possibile intervenire con grande precisione in spazi e superfici anche molto ridotti. Sempre in chiave mininvasiva, in casi opportunamente selezionati dalla Tac per sinusiti del seno frontale, è possibile ricorrere ai Balloon SinuPlasty con l’utilizzo di un palloncino che viene introdotto con un filo guida e viene gonfiato all’interno del seno paranasale infiammato».

I lavaggi nasali con acqua salata sono una buona pratica?

«Sì. Andrebbero eseguiti giornalmente: così come ci si pulisce i denti, ci si può pulire il naso. Basta utilizzare anche solo dell’acqua che, se spinta con forza grazie all’uso di una siringa o di un Jala Neti (vasetto ayurvedico per pulizia nasale, ndr), rimuove tutte le impurità presenti nelle cavità. L’aggiunta di sale, in genere un cucchiaio per un litro di acqua, serve per idratare la mucosa nasale e fluidificare il muco agevolandone l’eliminazione e per rimuovere alcuni degli allergeni e impurità intrappolati nel naso che provocano irritazione».

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