Nasce il Premio Zavoli dedicato al grande giornalista romagnolo

Lei ne parla ancora al presente: «Lui a questa cosa ci tiene tantissimo» dice. Alessandra Zavoli racconta al Corriere Romagna delle iniziative presenti e future per tenere viva la memoria del marito Sergio Zavoli, che ha sposato nel 2017 dopo 18 anni insieme. Il prossimo 4 agosto saranno due anni dalla scomparsa del grande giornalista, scrittore, poeta. Il tempo, con la sua scansione terrena di anniversari e ricorrenze e poi la parola fine, ci consegna il compito e l’onore di continuare a rapportarci con una figura che ha lasciato un’eredità immensa: al giornalismo, al vivere civile. Per Alessandra, giornalista, questo tempo si intreccia a una dimensione che pare eterna, senza fine. «Lui è qui con me, sempre» scandisce dall’altro capo del telefono. Ci siamo accordate per una intervista con l’obiettivo di fare il punto sulle iniziative in cantiere in occasione del centenario – nel 2023 – della nascita a Ravenna (ma ha vissuto a Rimini gran parte dell’infanzia e la giovinezza) il 21 settembre del 1923. La strettoia delle ricorrenze rischia di finire nella retorica, mentre le parole della moglie del grande giornalista rivelano la continuità di una vita al plurale: insieme. Ogni giorno. Nei progetti e nelle idee pensate in due. In un legame profondo, unico e speciale. Continuare è il verbo che torna più volte nella conversazione. «Continuiamo a essere una sola cosa» dice Alessandra Zavoli. Ciò che si dice “essere una cosa sola” non capita a tutti e neppure a molti, osserviamo. Ancora più raro, forse (o forse no), se tra lui e lei c’è una differenza di età importante. «Eravamo perfetti l’una per l’altro nella condivisione delle stesse idee, dello stesso buon gusto e dello stesso sentire e curiosità» spiega. Lo scorso 9 giugno Alessandra Zavoli, con la Commissione per la Biblioteca e l’Archivio storico del Senato, per oltre un decennio presieduta dal marito, ha organizzato un evento proprio nella storica sede di Piazza della Minerva a Roma, al quale hanno preso parte tantissimi amici e colleghi di Zavoli: politici, giornalisti e artisti. L’occasione è stata la donazione, per espressa volontà di Alessandra e Sergio Zavoli, di una parte dell’immensa biblioteca personale dello scrittore al quale, nella Biblioteca Giovanni Spadolini, sarà intitolata una sala. Cronista di razza, principe del giornalismo televisivo, come lo aveva ribattezzato Montanelli, Zavoli, nella sua prestigiosa carriera, è stato anche presidente della Rai, per la quale più avanti ha guidato la Commissione di Vigilanza. Infine, la sfida politica: diventa senatore della Repubblica. L’ideatore del Processo alla tappa, de La notte della Repubblica, di Tv7 e di tante altre inchieste e format che hanno fatto la storia della televisione italiana, ha sempre tenuto fede lungo l’intera carriera (iniziata in Rai nel 1947, alla radio) a un modello di giornalismo basato sull’approfondimento, sull’andare alla radice delle questioni, delle storie, dell’animo delle persone. Non stupisce allora che i libri facessero parte della sua vita e che nella sua biblioteca personale ve ne fossero davvero tanti. Tra i 7 e gli 8mila volumi sono stati donati alla Biblioteca del Senato, ma quelli che Sergio Zavoli aveva raccolto nel corso della sua lunga vita (aveva 97 anni quando ci ha lasciato) erano almeno tre volte tanti. «Il Senato è stato per certi versi la sua seconda casa e ci piace dunque pensare che i libri di Sergio abbiano casa qui» spiega la moglie, parlando ancora una volta al plurale. «Lui è qui con me in ogni momento e tutte le cose le facciamo insieme» dice. Ma non è, questa, l’unica iniziativa in ricordo di Zavoli prevista nell’immediato futuro. «Di cose belle ce ne saranno altre – annuncia la moglie – e le faremo attraverso la Fondazione che abbiamo pensato e istituto insieme, quando Sergio era ancora in vita. È una creatura mia e di Sergio, ed è stata pensata come una sorta di think tank di menti con la stessa sensibilità e gusto per l’approfondimento. Ci sarà spazio naturalmente per il giornalismo di qualità. Ma anche per la cultura, l’arte e la musica». L’incontro in Senato di qualche giorno fa ha tenuto a battesimo anche il Premio internazionale di giornalismo Sergio Zavoli istituito dalla Repubblica di San Marino, dall’Ordine dei giornalisti e dalla Consulta per l’informazione. Il prossimo 21 settembre proprio a San Marino – dove Zavoli ha vissuto alcuni anni della sua infanzia e dove poi si rifugiò durante la Seconda guerra mondiale – si terrà una serata speciale per dare il via alla prima edizione del Premio Zavoli, il 21 settembre 2023. Un progetto che sottolinea il forte legame con le sue radici: Ravenna, Rimini e San Marino, dove nel 1992 divenne presidente della Radiotelevisione di Stato.

Le ultime poesie

E per chi volesse leggere l’ultimo libro di poesie di Sergio Zavoli ( Il tempo di scordare, Rizzoli Bur), la moglie Alessandra l’ha appena fatto pubblicare: «È il suo congedo da poeta» commenta. E annuncia anche la preparazione di un docufilm dedicato a lui: «Lo vedremo per il centenario» aggiunge. «Racconteremo la vita lunga e bellissima di un uomo che ha fatto la storia del giornalismo: geniale, creativo, dal grande fair play, ma soprattutto di un uomo dall’alto profilo morale e intellettuale. Mio marito Sergio».

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