Movida selvaggia a Milano Marittima, misure interdittive per alcuni giovani

RAVENNA - Prime misure interdittive per i disordini che hanno colpito Milano Marittima lungo tutta la stagione turistica, macchiando pesantemente l’immaggiona della località.
La Procura della Repubblica di Ravenna, ha infatti chiesto e ottenuto la misura cautelare del divieto di avvicinamento nella nostra provincia per quattro giovani. Tutti ritenuti responsabili della prima clamorosa rissa avvenuta a Milano Marittima a fine maggio
E’ il primo passo di una reazione immediata da parte delle istituzioni che potrebbe però avere presto nuovi sviluppi. «Non può e non deve passare il concetto – ha dichiarato il procuratore Daniele Barberini – che davanti a questi fatti non succeda nulla. Parliamo di episodi gravi e questo fascicolo farà da apripista per inchieste future».


Quattro sono appunto i giovani tra i 23 e i 19 anni colpiti dalla misura disposta dal gip Sabrina Bosi. Si tratta di tre giovani del Cesenate e uno del Forlivese, resisi protagonisti di quella che, a tutti gli effetti, è stata forse la prima rissa che ha gettato un faro sulla località balneare più rinomata della nostra costa.

Al centro dell’inchiesta, in questo caso, ci sono i disordini del 22 maggio scorso, quando da un litigio partito tra le mura di un locale di viale Corsica si innescò una maxi rissa che coinvolse diversi ragazzini. Uno di loro, tra l’altro, in quel trambusto decise di tirare fuori e utilizzare uno spray urticante al peperoncino (strumento che negli ultimi anni è stato tristemente al centro di episodi di cronaca molto violenti, come la strage di Corinaldo di fine 2018, quando persero la vita sei persone che cercavano di fuggire dalla discoteca Lanterna Azzurra).

L’indagine coordinata dal procuratore Barberini e dal sostituto Monica Gargiulo è però sola la prima di una serie più lunga. Ora che i magistrati sono riusciti a costruire un quadro indiziario in grado di ottenere il provvedimento cautelare restrittivo nei confronti dei quattro soggetti, tutte le risse avvenute nei vari weekend di Milano Marittima verranno messe sotto la lente d’ingrandimento. A fare la differenza, come in questo caso, sarà però la capacità della procura di poter contestare non solo la rissa, ma bensì anche le lesioni. Elemento, purtroppo, non sempre semplice, perché i partecipanti spesso preferiscono non andare in ospedale.

«Tuttavia – interviene sempre il procuratore capo facente funzioni di Ravenna – vogliamo dare un segnale all’opinione pubblica che ci stiamo muovendo. Il timore delle persone è che certi episodi rimangano impuniti, ma non è così. E in virtù del danno di immagine che queste risse arrecano alla località, ritengo che il Comune di Cervia si potrà costituire parte civile».
Insomma, dopo l’aumento delle forze dell’ordine in campo, i maggiori controlli e la chiusura di alcuni locali, ora a prendere la palla in mano è l’Autorità giudiziaria. Quattro giovani non potranno più avvicinarsi a Milano Marittima e forse altri se ne aggiungeranno presto.

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