MotoGp, il terremoto Suzuki e la reazione a catena sul mercato piloti: ne vedremo delle belle

Suzuki lascia e la MotoGP sbanda! La notizia esplosa a Jerez de la Frontera lunedì ha creato scalpore: pandemia e guerra russo-ucraina hanno portato una crisi economica globale e l’impegno ufficiale della casa costruttrice giapponese pare al capolinea. E’ stato dato il “rompete le righe” agli uomini del team e Joan Mir e Alex Rins devono trovare una nuova sistemazione, così come tecnici e personale. I nipponici avevano chiamato Livio Suppo, ex Ducati e Honda Hrc, a guidare la squadra solo pochi mesi fa e sembravano intenzionati a riprendersi il titolo ottenuto nel 2020 e perso lo scorso anno: sia Mir che Rins sono a ridosso della vetta della graduatoria.

Dal punto di vista sportivo e mediatico un clamoroso autogol per la Suzuki, che fece lo stesso 10 anni fa, ma allora i suoi piloti erano davvero lontani dal podio, salvo poi tornare sui suoi passi dopo poche stagioni. Chiaramente il terrore ora è di un effetto domino: se una casa costruttrice che è al vertice di una competizione mondiale sente la crisi e getta la spugna che cosa sarà delle altre?

Dorna, organizzatrice della competizione, è subito corsa ai ripari. In attesa di una comunicazione ufficiale di Suzuki ha ricordato che il marchio ha sottoscritto nel 2021 un contratto quinquennale di partecipazione alla MotoGp e che non può scioglierlo unilateralmente, inoltre ha ricordato che ci sono case costruttrici e team interessati a subentrare. Alcuni hanno immaginato il nome di Kawasaki: ma la strada è quanto mai improbabile. Più sicuro che arrivino le due RsGp che Aprilia voleva già affidare in questo 2022 ad un team satellite, ma che il Gresini Racing non aveva accettato, preferendo la Ducati. Ora, dopo i successi in pista di Aleix Espargaro, le motociclette made in Noale sono più appetibili, tanto che Razlan Razali, patron del Rnf di Andrea Dovizioso, sembrerebbe interessato ad averle al posto delle Yamaha. Le M1 andrebbero ad un altro team, forse a quello di Valentino Rossi, sempre molto legato alla casa dei tre diapason e resterebbero libere due Ducati per una nuova formazione. Questo non farebbe calare il numero dei concorrenti in griglia.

Mir, già attirato da Hrc, ora potrebbe arrivare al fianco di Marc Marquez, per sostituire un Pol Espargaro che si potrebbe accasare nel nuovo team satellite di Aprilia, visto il potere di Aleix. Quest’ultimo è impegnato nel rinnovo e vuole lo stesso trattamento, forse anche di più, di quello concesso a un Maverick Vinales che non sta convincendo. La storia l’abbiamo già vista: ricorda pari pari quella vissuta in Ducati nel 2018, quando un Andrea Dovizioso “capitano” della rossa, chiese di avere un compenso adeguato a quello del più blasonato, ma meno performante, Jorge Lorenzo. Come sappiamo, quella vicenda, spaccò il box della rossa: si puntò su Dovi, Jorge divenne competitivo quando i giochi erano fatti ed il suo passaggio alla Hrc lasciò parecchi malumori in campo. La storia, forse, se la ricordano anche Massimo Rivola e Romano Albesiano e non cederanno. Magari, questo giro, Aleix si accontenterà di un aumento leggero dell’ingaggio e di un posto per il fratellino nel team satellite.

Yamaha potrebbe puntare su Rins, mentre le sirene che Enea Bastianini e Jorge Martin sentivano arrivare da Honda Hrc, potrebbero attenuarsi. Una manna per Ducati che si trova con una gigantesca gattona da pelare: quest’anno ha 5 motociclette ufficiali in pista, il prossimo ne servirebbero 6 (Bagnaia, Martini, Bastianini, Zarco, Marini e Miller). Ma i soldi ci sono? La risposta dovrebbe essere ovvia vista la situazione. L’australiano e il Maro richiano di perdere la Gp23 e di ritrovarsi con questa Gp22 anche nella prossima stagione.

L’impressione è che Martin sostituirà Miller nel team ufficiale, Bestia Martin nel Pramac e Miller Bestia nel Gresini. E Rins? Un pilota veloce come lui farà gola a tanti, Yamaha in primis che sta cercando un secondo pilota forte da affiancare a Fabio Quartararo e non può essere soddisfatta né di Franco Morbidelli né di Andrea Dovizioso. Ai due restano ancora 5-6 gare per mostrare di poter cambiare la situazione. Tutto questo senza contare i giovani: Pedro Acosta ha raffreddato gli entusiasmi e dovrebbe restare Ktm; Celestino Vietti dovrebbe passare di categoria, ma con chi, vistom che Marco Bezzecchi sta facendo bene ed è difficile immagginare Rossi che licenzia il fratellino Luca Marini? Ai Ogura prenderà il posto di Nakagami e Dixon è candidato a prendere quello di Dovi. Il salto lo dovrebbero fare questi 4 piloti.

Matteo Miserocchi

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui