MotoGp, Reggiani: "Bagnaia piace ai giornalisti, ma Bastianini merita più rispetto"

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Enea Bastiani sta facendo qualche cosa di eccezionale in questo avvio di stagione, ma non è riuscito ancora a conquistare i media. È come se altri piloti fossero “più” italiani del romagnolo che in sette gare ha centrato tre vittorie: come nessuno quest’anno, in più con un team satellite e una moto dello scorso anno. Al punto che i criticoni sostengono che la Gp22 è più difficile da mettere a punto rispetto alla Gp21: solo un Gp fa a Jerez sembrava il contrario. Loris Reggiani, campione forlivese degli anni ‘80 e ‘90, ed ex commentatore televisivo, prova a spiegare ciò che accade in MotoGp.

Perchè non ci si accorge del fenomeno Bastianini?

«Guardo le gare in tv e non conosco cosa avviene nel paddock. Nessuno si immaginava un Enea così, nemmeno io. Forse questo è dovuto all’esordio in Moto3: quello che ti succede a inizio carriera ti segna. Mi viene in mente il paragone con Quartararo. Anche lui sarebbe stato etichettato come un flop se Boscoscuro non gli avesse dato la sua Moto2 e non avesse creduto in lui, dopo tre anni deludenti. Non avremmo avuto un campione del mondo MotoGp francese. Anche Bastianini, nei primi anni, era velocissimo, ma poco costante. Credo che sia questo che condizione il giudizio».

Le telecronache di Guido Meda, in coppia con Mauro Sanchini, le sembrano sbilanciate?

«Non vorrei prendermi critiche, ma ora Bastianini va più forte di Bagnaia, anche se non è quello che si capisce nelle telecronache. Forse ci sono legami di amicizia che si creano fra giornalisti e piloti che finiscono per condizionare. Credo che ci siano delle “sliding doors” nella carriera di un campione, in cui i media possono influenzare, con sponsor e team, la carriera di un pilota. Ora Enea merita il massimo appoggio».

Si sta creando un dualismo come quello fra lei e Luca Cadalora o fra Valentino Rossi e Max Biaggi.

«È possibile. Bagnaia e Bastianini sono due campioni ed è inevitabile che la competizione sia alta».

Ducati nel 2023 potrebbe averli entrambi nel team ufficiale?

«È una mossa che non farei mai».

Enea, quando era alle spalle di Bagnaia, si sarebbe dovuto accontentare, mostrando di essere un buon compagno di squadra?

«No. Quando sei lì che lotti per la vittoria non puoi accontentarti perché in futuro potresti essere inserito nel team ufficiale».

Se Bagnaia al Mugello dovesse andare male, Ducati dovrebbe puntare su Enea?

«È troppo presto, non siamo nemmeno a metà campionato e Pecco ha tutte le possibilità di recuperare. A Jerez Bagnaia sembrava imbattibile ed Enea in difficoltà».

Però il riminese ha fatto qualcosa di eccezionale: tre vittorie in sette gare con un mezzo clienti in un team satellite, anche se ottimo come il Gresini Racing, come si possono spiegare?

«È stato davvero ‘Bestiale’. Tre successi che avrebbero dovuto fare urlare al miracolo».

Nelle strategia di gara Bestia ricorda un po’ il miglior Dovizioso?

«Non credo che stia copiando Dovizioso, ma ha lo stesso capotecnico, “Pigiamino” (Alberto Giribuola, ndr), che lo avrà aiutato a capire come sfruttare al meglio questa motocicletta».

Come vede la lotta al titolo?

«Continuo a pensare a Bagnaia e Quartararo favoriti, ma il mio giudizio è viziato dal ricordo del 2021. Dopo Le Mans è chiaro che bisogna inserire Bastianini».

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