MotoGp, i team al tempo del Covid raccontati dall'interno

Moto

MISANO ADRIATICO - «C’è tutta una situazione nuova attorno al nostro lavoro e da professionisti dobbiamo accettarla. Certo, è fastidioso soprattutto per i meccanici e per chi fatica fisicamente nel week-end di gare».

Il 46enne ingegnere motorista cesenate Michele Fantini è il responsabile motore del team Aprilia Gresini in MotoGp. Questa è la sua stagione di debutto al Motomondiale, dopo gli anni passati in Bmw e soprattutto alla Ferrari come responsabile motore di Felipe Massa e Kimi Raikkonen, ed è uno dei tre ex ferraristi di Aprilia insieme all’ad Massimo Rivola e al responsabile elettronica su pista Stefano Romeo.

In pista ai tempi del Covid

Come è cambiato il lavoro di un team MotoGp con l’emergenza sanitaria? C’è tutto un percorso nuovo di regole da seguire: «Dobbiamo rispettare il protocollo di Dorna, che alla vigilia dei Gran Premi chiede a tutti di effettuare un tampone in centri specializzati. Nel mio caso, all’inizio della settimana che porta al Gran Premio effettuo il tampone a Forlì, dopo due giorni arriva il risultato e lo spedisco a Dorna».

Una volta che Dorna riceve la mail col risultato negativo, sul telefono di Fantini compare una sorta di semaforo verde per lavorare. «Sì, con l’emergenza sanitaria, Dorna ha creato appositamente una app per chiunque lavori nel Motomondiale. Così dopo l’invio dei miei dati, nella mia app compare una luce verde che di fatto significa: “Fantini non è contagiato e può lavorare al prossimo Gp”. All’ingresso dell’autodromo, oltre al mio pass, devo quindi esporre anche il mio telefono con la app e il segnale verde». Questa sorta di semaforo verde resta acceso sette giorni: «Sì e visto che a Misano si corre anche nel prossimo week-end, mercoledì mi sottoporrò ad un altro tampone, questa volta qui all’autodromo».

Mascherina

In circuito la mascherina è sempre obbligatoria, tranne ovviamente durante i pasti. In una giornata, fanno 13-14 ore con la mascherina: «Venerdì l’ho indossata dalle 7.30 alle 21.30, pasti esclusi. Dentro il box dobbiamo indossare la Ffp2, fuori dal box è sufficiente la mascherina chirurgica. Il pilota al box non è obbligato ad usarla, visto che è sottoposto a sforzi molto intensi, così chi è a stretto contatto col pilota, nel briefing deve usare mascherina e occhiali protettivi. La mascherina va tenuta anche in ufficio e in auto con i colleghi: tra l’altro, in auto entro sempre con le stesse persone, per ridurre i contatti e circoscrivere più facilmente l’isolamento in caso di positività».

Riunioni via radio

Aprilia ha cambiato le procedure di confronto tra pilota e tecnici, in ossequio alle misure di sicurezza: «Il nostro pilota ai box parla direttamente con capotecnico, telemetrista e ingegnere elettronico - continua Fantini - mentre io e gli altri colleghi partecipiamo alla riunione dal camion, collegati via radio». Sul camion ci sono quindi l’ingegnere motore, il direttore tecnico, l’ingegnere pneumatici, due ingegneri del veicolo, un responsabile elettronico e un responsabile strategie. A fine sessione, va in onda anche una riunione via Skype che coinvolge anche la sede di Noale.

Pranzo e cena

«Pranzi e cene sono da effettuare obbligatoriamente in circuito - prosegue Fantini - con tavolini da due o quattro posti con postazioni separate col plexiglass. Non c’è buffet e i pasti ci vengono serviti dagli addetti al catering in scatole di cartone, secondo un menù che ognuno di noi ha scelto il giorno prima. Io posso sedermi se su un tavolo libero vedo un dischetto verde in cartone plastificato, che significa: “tavolo sanificato”. Dopo che ho finito di mangiare, giro il dischetto dalla parte rossa che significa: “tavolo da sanificare” e nessuno può sedersi prima che venga pulito».

Circuito e albergo

I piloti vivono nella bolla all’interno del circuito. E meccanici e ingegneri? «Dormiamo in albergo, con l’obbligo di non uscire se non verso l’autodromo. Almeno in camera d’albergo (singola, ndr) mi posso levare la mascherina. Tenerla sempre è pesante soprattutto per la respirazione: i nostri meccanici con i 38 gradi di Jerez facevano davvero fatica. Questo è il nostro lavoro e dobbiamo adeguarci, però è innegabile che il clima nel paddock sia diverso e più triste».

Formula Uno e MotoGp

Finale sul mondo a quattro ruote: che differenze ha trovato nel passaggio da Formula Uno a MotoGp? «Intanto il budget, che in MotoGp è più basso, poi il peso del pilota, che nel motociclismo sposta almeno l’80 per cento. In Formula Uno, tra un pilota bravo e uno scarso passa qualche decimo. Nelle moto la differenza è qualche secondo, e qualche secondo è tutto. Guardate Marc Marquez: con lui la Honda vinceva a mani basse, ora la Honda non si vede più».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui