MotoGp, Albani: "Un week-end fantastico per Misano"

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Il Misano World Circuit si gode un’edizione storica al termine di di due anni eccezionali (quattro Gp di MotoGp in 15 mesi) e non teme l’effetto “addio Vale”.

Andrea Albani, direttore generale del circuito dedicato a Marco Simoncelli era già al lavoro eri pomeriggio, dopo un mese di fuoco con due gran premi. «È stata una bella sfida, ma non è ancora finita – spiega – questo fine settimana abbiamo le finali mondiali dei monomarca Lamborghini: un evento di prestigio che sarà trasmesso da Sky, con tremila persone e piloti provenienti da tutto il mondo. In questo momento Dorna sta smontando la logistica della MotoGp e sta arrivando la nuova. È proprio vero che in quindici mesi siamo riusciti ad accogliere ben quattro gran premi MotoGp, in un momento difficile come quello legato alla pandemia, con regole che cambiavano continuamente, sempre mantenendo lo stesso numero di dipendenti e collaboratori. Hanno lavorato tutti con passione e competenza e ora sono un po’ stanchi».

I numeri vi stanno premiando. «Stiamo parlando di circa 60mila unità nella tappa di settembre e di 67mila in questo weekend. Lo scorso anno con i 10mila al giorno, furono 20mila, mentre per la Superbike quest’anno, con il decreto sul pubblico deciso poco prima, a circa 6mila».

Non temete l’effetto stop di Valentino Rossi e una diminuzione di interesse in seguito al suo ritiro? «Il motociclismo, grazie anche a lui, è diventato da sport di nicchia ad evento globalizzato con fans che lo seguono in tutto il mondo. Valentino con l’Academy ed anche la Federazione italiana, hanno poi avviato una serie di progetti per formare e lanciare i campioni del futuro».

Per essere come Rossi, oltre a vincere, si deve però avere una simpatia naturale. «Quello è difficilmente replicabile – aggiunge Albani – anche perché ora sono tutti professionisti e difficilmente fanno commenti o battute fuori dalle righe. Rossi faceva battute che bucavano lo schermo, quello o lo sai fare in modo naturale o non lo acquisisci».

Il “Marco Simoncelli” si è presentato in una vesta rinnovata e con ancora più fascino. «Siamo sempre più un “parco” del motorsport. Un circuito dinamico, aperto e polifunzionale. Abbiamo una piazza, la “Misano Square” in cui è presente una serie di negozi a tema, un’officina di livello assoluto e il centro didattico della Federazione, in cui si allenano piloti di ogni livello e specialità contando sui nostri tre impianti (il tracciato, la pista di Flat Track e il “Misanino”). Inoltre è stato inaugurato il “Pit Building”, uno spazio che può ospitare vari eventi. Questo per fare vivere l’impianto per dodici mesi l’anno. Abbiamo presentato anche delle opere di Bruno Catalano, scultore italo francese, proprio per fare del Mwc un luogo bello che ha nel motorsport il cuore della sua attività, ma può proporsi come scenario di altre manifestazioni».

Un’ultima considerazione sull’evento appena concluso: siente entrati nella storia per vari motivi... «Sì, è così, siamo l’ultimo circuito italiano in cui ha corso Rossi e siamo il tracciato in cui si è laureato campione del mondo Quartararo. Ci spiace per Ducati e Bagnaia, che condividono con noi il progetto Rider’s Land, ma i loro complimenti al francese a fine gara sono stati un bel manifesto per lo sport».


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