Motociclismo, Giraldi da Faenza alla Dakar: "Raccolgo dati su me stesso sulla gestione dell’inaspettato"

Moto

“Lo faccio con un filo di gas, mi è andata giù la catena, sono svalvolato”. Il linguaggio popolare romagnolo la dice lunga sulla passione per i motori da queste parti. E tali modi di dire li conosce bene anche Iader Giraldi, il 50enne faentino che sarà in gara alla Dakar, la famosa competizione fuoristrada al via in Arabia Saudita dal 30 dicembre al 15 gennaio. Ieri, Giraldi, è stato accolto in municipio dal vicesindaco Andrea Fabbri e dall’assessore Martina Laghi per illustrare la sua partecipazione alla grande sfida nel deserto che vedrà al via oltre 500 tra moto, auto e camion. Saranno 9000 i km di percorso, 700-800 al giorno e più di 3000 le persone coinvolte tra meccanici, team, organizzazione. «Io ci sarò da privato - ha spiegato - con la mia Ktm 450 avrò anch’io un mio team con specialisti italo-spagnoli, ci saranno alla partenza e all’arrivo, ma durante la gara potrò contare solo su me stesso». Giraldi è noto a Faenza, anche se da qualche anno vive a Roma dove fa l’imprenditore di una società che produce eventi, progettazioni museali e formazione di sviluppo personale. Non è un professionista, ma non è neanche l’ultimo arrivato che vuole togliersi uno sfizio: mastica moto da quando aveva 12 anni e per guadagnarsi la partecipazione ha gareggiato al Racing Road to Dakar, al Rally dell’Andalusia, al Rallye du Maroc e al durissimo mondiale W2RC Abu Dhabi Desert Challenge. «Fin da piccolo mio nonno mi portava sempre al campo cross di Monte Coralli, per andare a scuola mio padre mi caricava su una Moto Guzzi Falcone, i miei zii mi facevano scorrazzare per le colline con una vecchia Laverda 500 e una Suzuki 750: la Dakar è il coronamento di un sogno, ma a monte c’è anche un progetto che si unisce alla mia attività lavorativa: raccoglierò dati su me stesso in tema di gestione dell’inaspettato». La sua presenza alla Dakar è stata accolta con entusiasmo. «È un orgoglio - ha rimarcato il vice sindaco Fabbri - ancora più bello è che Giraldi non sia un professionista ma un appassionato. Inoltre è la constatazione di quanto il motorsport continui a riservare nel nostro territorio sempre nuove sorprese di eccellenze nel mondo. Lo seguiremo sul web e tiferemo per lui».

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