Motociclismo, Roccoli 38 anni e non sentirli: «Amo le moto e le corse»

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Massimo Roccoli voleva il biglietto per la wild card mondiale al Misano World Circuit e se l’è presa, anche se ora rischia di non poter partecipare. Il verucchiese, a 38 anni di età, ha vissuto un fine settimana da dominatore nel campionato italiano velocità, nella nuova categoria Supersport Next Generation: pole position e due vittorie bellissime, lottando con un mix di piloti esperti e giovani talenti.

Aveva dichiarato di volersi prendere la wild card e ci è riuscito: un grande traguardo?

«Volevo chiudere il fine settimana di Vallelunga nelle prime tre posizioni della classifica e avere la possibilità di partecipare alla gara mondiale al “Marco Simoncelli”: sono addirittura in testa alla classifica, ma ora è più no che sì. Parte della mia squadra di tecnici (Yamaha Promo Driver ndr) fa già il Mondiale e non mi potrebbe seguire: difficile trovare sostituti per capotecnico e meccanico di fiducia. Vedremo...».

Intanto dopo sei titoli tricolori, tantissime vittorie, podi nel mondiale, un lavoro come tecnico Fmi, vanno in bacheca i trofei del fine settimana di Vallelunga. Una grande soddisfazione no?

«Da matti. Vallelunga mi è sempre piaciuta, ma non sono mai riuscito a farla bene come volevo. Invece, finalmente, nel fine settimana ha funzionato tutto alla perfezione: la moto ed io».

Una bella soddisfazione anche per il “nome” degli avversari battuti: senatori come Luca Ottaviani, Roberto Mercandelli e Stefano Valtulini, con giovani talenti quali Matteo Patacca, Matteo Ciprietti e Nicholas Spinelli.

«Sì, una grande soddisfazione. Spesso mi chiedono chi me lo fa fare di correre ancora a 38 anni di età: i miei successi li ho avuti, sei titoli italiani, tanti anni nel mondiale, ma amo guidare la motocicletta e lottare con questi avversari e con dei giovani regala grandi soddisfazioni».

Come si sta trovando con questa Suspersport Next Generation che alle Yamaha R6 del mondiale Supersport oppone le Ducati Panigale V2 ex superbike e la MvAgusta 880?

«La formula mi piace. Abbiamo diversi cavalli in più rispetto alla R6 del campionato italiano e la possibilità di modificare la prima marcia del cambio, mentre le Ducati hanno un motore di serie. Le regole vengono decise nel mondiale e so che dopo Estoril potrebbe esserci una modifica che permetterà alle Panigale V2 di avere più potenza. Trovare l’equilibrio giusto non è facile».

Se riuscirà a giocarsi la wild card mondiale che obiettivi si pone?

«La mia carriera l’ho già fatta. Voglio divertirmi e andare forte. Dopo diverse stagioni la Supersport è tornata una categoria che lancia i giovani nel mondiale Superbike e sono arrivati moltissimi piloti dalla Moto2 e dalla Moto3. Ci sono riusciti Andrea Locatelli e Oettl, in queste ultime stagioni, ma abbiamo piloti del calibro di Bulega, Baldassarri e Manzi, solo per fare i nomi più noti. Insomma, è una categoria tosta e stimolante». Un palcoscenico ideale per chi non perde l’amore per la danza con la velocità.

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