"Mosto, il succo delle storie": il festival torna in Val Bidente

Il mare colore del vino come il vino che incontra l’acqua: il titolo suggestivo di una raccolta di racconti di Leonardo Sciascia affiora alla memoria leggendo il programma e gli intenti di Mosto (il succo delle storie): il festival di narrazione che si svolge a Poderi del Nespoli dal 2 al 4 settembre, tra le valli più interessanti della Romagna, quella del Bidente, sotto la direzione artistica di Matteo Caccia, attore e conduttore radiofonico, con la collaborazione di Vania Vicino.

Cultura vinicola, natura e arti della narrazione si incontrano a partire dalla frase “Come acqua che scorre” che è il titolo di questa sesta edizione: l’acqua, elemento a cui pensare non solo come a una risorsa in esaurimento ma come a una protagonista della natura con cui gli esseri umani sono in stretta relazione, in un rapporto che mette alla prova comportamenti, abitudini, consapevolezza, cura per il futuro e capacità di navigarci verso.

È Marco Martini, presidente di Poderi dal Nespoli e ideatore della rassegna, a raccontare in apertura di conferenza stampa gli spunti del festival: «Scegliendo il tema dell’acqua abbiamo centrato un argomento urgente e drammatico, partendo da una serie di personaggi e ospiti, raccontando il mondo dell’acqua e della natura per poter raccontare il mondo, la Terra. Per me è importante ricordare che un anno fa il Gruppo Mondo del Vino – di cui fa parte Podere dal Nespoli, nda – è stato acquisito dal Fondo Clessidra: anche chi opera nel mondo della finanza è stimolato da obiettivi urgenti legati alla sostenibilità ambientale».

Il direttore artistico Matteo Caccia racconta come nasce il titolo della rassegna: «“Come acqua che scorre” è una citazione tratta da un poema dell’autore sardo Sergio Azzelli che racconta la storia del popolo sardo, di persone che seguivano l’acqua che scorre fino al mare. Si tratta di un autore e di un testo che ho sempre amato moltissimo – da non sardo – e quando abbiamo scelto il tema dell’acqua ho pensato che questa potesse essere la frase giusta».

Mosto è anche partecipazione e coinvolgimento diretto. Durante il festival sarà presente l’installazione permanente “Da dove sto chiamando”: una cabina telefonica che rappresenta uno spazio privato e intimo in cui poter raccontare qualcosa che non si è mai detto a nessuno.

Il coordinamento tecnico è affidato a Claudio Angelini di Città di Ebla: «Mosto è un contesto in cui si produce senso, in cui lo spettatore ha un ruolo attivo. Nella programmazione di Mosto c’è una grande attenzione verso il pubblico, così come avviene verso i clienti nella cultura aziendale. Per noi della Città di Ebla è bello farne parte».

Il programma

Venerdì 2 settembre alle 20.30 lo spettacolo Il mondo addosso, di e con Matteo Caccia, il racconto di come gli abitanti dell’Isola del Giglio abbiano vissuto e reagito al più grande naufragio della recente storia marinara italiana.

Alle 21.30 l’intervista con Tristan Gooley a cura di Ferdinando Cotugno: primo ospite internazionale del festival, Gooley è un profondo conoscitore dei metodi di navigazione basati sull’osservazione della natura.

Sabato 3 settembre alle 20.30 la conduttrice e scrittrice Daniela Collu intervista Ambrogio Beccaria e Roberto Casati. Alle 21.30 lo spettacolo I confini non esistono con Stefano Mancuso e Matteo Caccia.

Domenica 4 settembre alle 18.00 un talk dal titolo “Il racconto del quotidiano: Podcasting is not a crime”, con Jonathan Zenti.

A concludere il festival un concerto unplugged del cantautore Pacifico.

Il programma completo su www.festivalmosto.com, tutti gli eventi del festival sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito. Al pubblico è sentitamente consigliato abbigliamento caldo.

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