Morto il tasso secolare dell’Arena Borghesi, polemiche a Faenza

Un pericolo ventilato anni fa, con tanto di manifestazioni e interventi frequenti nel dibattito pubblico. Così la notizia della morte del tasso secolare dell’Arena Borghesi, avvenuta durante le operazioni che Legambiente definisce «di espianto» per allargare l’adiacente supermercato Conad, per l’associazione «non desta sorpresa, ma un esito prevedibile». Cronaca di una morte annunciata? Questa è la tesi delle associazioni ambientaliste, che tornano a intervenire sul tema mettendo in evidenza gli elogi che a suo tempo la Guardia Forestale riservò all’iniziativa: «Ammirevole – aveva sottolineato in una relazione tecnica del 2019, riportata oggi da Legambiente – la volontà da parte dei proponenti di aver progettato lo spostamento del tasso per tentare di salvarlo». Ed è sugli attori principali della vicenda che Legambiente punta il dito sottolineando come «lo spostamento del tasso, previsto dall’accordo di programma tra l’Unione della Romagna Faentina e Conad, è un episodio del campionario di previsioni illusorie su una “nuova” Arena Borghesi». Illusionismo che, secondo l’associazione, si sarebbe manifestato in «immagini virtuali fuorvianti e annunci inverosimili», culminati in rendering nei quali la futura Arena «appare immersa in un irreale bosco secolare». Eppure, guardando oggi il cantiere, il dato che salta inequivocabilmente all’occhio è proprio la restrizione dello spazio verde, 300 metri quadrati in meno, a vantaggio esclusivo del supermercato. Per qualcuno si tratta di un prezzo equo da pagare per i lavori di restauro dell’Arena, finanziati interamente da Conad con un investimento da oltre 750mila euro. Non per Legambiente: «Un massiccio fabbricato – sintetizza – ha preso il posto di un arioso spazio alberato, schiacciando la platea e il proscenio». E la riduzione degli spazi non potrà non essere percepita dai frequentatori dell’Arena, anche perché si è già deciso di mantenere inalterato il numero di sedute, 350 posti, e c’è chi maligna dicendo che «si starà stretti». La fornitura delle sedie, che saranno rinnovate, peserà oltretutto sulle casse del Comune per 35mila euro, dal momento che dovranno essere collocate successivamente alla cessione dell’area all’ente: cessione che a sua volta è slittata dal 15 al 30 giugno 2022. A questi 35mila euro se ne aggiungeranno circa altri 15mila per l’acquisizione di arredi per la cabina di regia e bar e, soprattutto, di un nuovo sistema audio comprensivo di diffusori acustici, amplificatori di potenza, processore e dotazione tecnica di base.

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