Morto il grande Arnaldo Pambianco: ha fatto la storia del ciclismo

Si è tolto la vita buttandosi dal tetto della sua abitazione. Il mondo del ciclismo è in lutto per la morte di Arnaldo Pambianco. Ad annunciarlo per primo, l’ex ct Davide Cassani sui social. Un simbolo della sua Bertinoro, dove era nato il 16 agosto 1935, Pambianco è stato professionista dal 1957 al 1966 vincendo il Giro d’Italia del 1961, unico romagnolo a riuscirci insieme a Ercole Bandini e Marco Pantani. Nello scorso marzo era stato colpito dal lutto della perdita dell’amata moglie Fabiola.

Cassani: “Non ha superato il dolore per la perdita della moglie”

Nel suo post, Cassani sottolinea il profondissimo legame tra Pambianco e la signora Fabiola: “Arnaldo era una persona straordinaria, un marito che non è riuscito a sopportare e superare il dolore per la perdita della donna della sua vita”.

Il cordoglio del sindaco di Forlì

In una nota, il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini ha espresso il suo cordoglio. “La triste notizia della scomparsa di Arnaldo Pambianco suscita sconforto e costernazione nell’intera comunità forlivese. Per tutti noi è stato, e rimarrà, un emblema del grande ciclismo romagnolo capace come pochi di appassionare, coinvolgere, rappresentare. Arnaldo Pambianco è anche, e soprattutto, un testimone straordinario della capacità di saper costruire un percorso di enorme successo mettendo a frutto impegno, fatica e sacrificio insieme a lealtà e correttezza. Ha fatto conoscere la sua Bertinoro, Forlì e la Romagna, all’Italia intera e al mondo partecipando alle principali manifestazioni ciclistiche: dalle Olimpiadi ai Mondiali, dal Tour de France al Giro d’Italia nel quale si impose sul podio più alto trionfando nell’edizione speciale del 1961, quella dedicata a celebrare il Centenario dell’Unità d’Italia. Arnaldo Pambianco era sempre presente alle iniziative sportive realizzate nella nostra Città, apportando il suo autorevole contributo attraverso la capacità di trasmettere, in particolare ai giovani, l’importanza dei valori alti dello Sport e della responsabilità civica. Ne piangiamo la scomparsa, partecipando al lutto dei Familiari e unendoci, nel dolore, agli amici, ai colleghi e a tutti coloro che vedono in “Gabanin” l’uomo straordinario, il campione, il cittadino responsabile e una delle bandiere più amate della terra di Romagna”.

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