Morti sotto la valanga in Val d’Aosta, a giudizio gli istruttori del corso

Faenza

FAENZA. Per la valanga sul Col Chamolè in cui nell’aprile del 2018 persero la vita Roberto Bucci, snowboarder 28enne di Faenza, e Carlo Dall’Osso, 52enne di Imola, il gup di Aosta ha disposto il rinvio a giudizio dei sei rappresentanti della scuola di scialpinismo “Pietramora” dei Cai i cui nomi erano finiti nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore Eugenia Menichetti per le ipotesi di disastro e omicidio plurimo colposi.

A metà maggio gli imputati (il responsabile della scuola e direttore del corso avanzato che il gruppo stava effettuando, Vittorio Lega, 52enne faentino, Leopoldo Grilli, 45 anni, della sezione Cai di Imola, Alberto Assirelli, 51enne di Ravenna, Paola Marabini, 58 anni di Faenza, Giacomo Lippera, 47 anni di Rimini, e Matteo Manuelli, 44 anni di Imola, questi ultimi due a loro volta travolti e feriti dalla slavina) compariranno davanti al giudice monocratico Marco Tornatore. Nessuno dei familiari delle vittime, già risarciti, si è costituito parte civile.

L’accusa

Secondo l’accusa alla base della tragedia vi furono «condotte imprudenti» da parte delle guide che avevano organizzato l’escursione. Stando alla perizia elaborata dalla guardia alpina incaricata di fare luce sull’accaduto e individuare eventuali profili di responsabilità, alla base del distacco della massa nevosa che investì gli escursionisti romagnoli lungo il tragitto verso il rifugio Arbolle, vi furono valutazioni inopportune in merito al percorso stesso e alle condizioni del manto nevoso, sia per il numero eccessivo di partecipanti all’uscita, una ventina, sia per l’orario in cui venne effettuata l’escursione. In base alla ricostruzione degli uomini del Soccorso Alpino della guardia di finanza di Entrèves, l’incidente si sarebbe verificato mentre la comitiva stava salendo verso il rifugio posto a 2.507 metri; durante lo scollinamento, nel punto dell’itinerario in cui la pendenza cambia di altitudine, la slavina - una valanga con un fronte di 300 metri e uno sviluppo di oltre 600 - travolse il gruppo.

L’incidente

Tre escursionisti furono estratti vivi dalla neve dai soccorritori, ma lo snowboarder faentino Roberto Bucci, di Basiago (che oltre ad essere appassionato di scialpinismo era un musico di Borgo Durbecco, suonava la chiarina e aveva fatto parte di diverse band, lavorava come istruttore di calisthenics e parkour alla palestra Fit & Joy, il club sportivo presso il circolo tennis) morì durante il trasporto in ospedale.
Il corpo di Dall’osso, recuperato dai sommozzatori intervenuti da Torino, venne spinto nelle acque gelide del lago sottostante dalla massa nevosa che provocò la rottura dello strato di ghiaccio che lo ricopriva. La valanga investì anche altri escursionisti che si trovavano più a monte rispetto ai compagni di avventura; tra questi anche un cesenate che riportò la frattura di un piede.

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