Moro, il rimpianto di Cayard: "C'era piano per riprovare a vincere"

Ravenna

«Il Moro non si era fermato alla Vuitton Cup, ma era pronto un nuovo progetto per il futuro». Tra i tanti tuffi nel passato, Paul Cayard non si sottrae al più doloroso, con un pizzico di rimpianto. Assieme a Gardini, infatti, aveva fatto un programma che avrebbe portato l’imbarcazione a provare un’altra volta a lottare per l’America’s Cup. Un sogno che però rimasto tale per la scomparsa dell’imprenditore il 23 luglio del ‘93, che ovviamente fece naufragare tutto. «Si doveva iniziare – riprende lo skipper – con alcune competizioni a livello europeo, per poi cercare di crescere giorno dopo giorno, grazie al lavoro e alla tecnologia. Si trattava di una sfida molto difficile, con tanti ostacoli davanti a noi, ma c’erano tutte le intenzioni di fare un tentativo». Voltandosi, Cayard guarda lo scafo con orgoglio misto a un po’ di nostalgia. «Mi fa l’effetto di un disegno vecchio, se paragonato alle barche di adesso, ed è un passo indietro, ma è come se avessi incontrato un figlio. Lì sopra ho navigato per tante ore ed è giusto che sia esposto a Ravenna. È un’icona del passato, di una storia che non dimenticheremo mai».

Congresso

Dopo l’esposizione, le celebrazioni sono proseguite in un incontro che si è svolto al Centro Congressi. «Il giorno del varo del Moro I – racconta Cayard – nessuno di noi si aspettava quel che poi sarebbe successo. Quel giorno fu chiaro quale fosse la grandezza della visione di Gardini, rappresentando l’ideale partenza per l’avventura che avrebbe portato all’America’s Cup». Lo skipper continua dicendo come «tutti noi dell’equipaggio sentivamo la fiducia da parte di Gardini, che se da una parte ci caricava di responsabilità, dall’altra ci dava tutti gli elementi per lavorare sempre al massimo livello. Mi ritengo molto fortunato per l’opportunità che mi è stata data». All’incontro ha partecipato, via telefono, anche il progettista argentino German Frers. «Quella con Gardini fu un’amicizia molto stimolante – racconta – e mi ricordo che quando ci fu la vittoria a San Francisco con il Moro III si decise in modo definitivo di partecipare alla Vuitton Cup. Penso che dal quel momento cominciò una esperienza davvero molto positiva per la vela italiana». v.b.

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