Moria di uccelli a Ravenna, la Procura apre un'inchiesta

Ravenna

RAVENNA. La Procura di Ravenna ha aperto un’inchiesta sulla strage di animali nella Valle della Canna. Il caso che sta scuotendo l’opinione pubblica locale (e che sta unendo in un coro di critiche sia gli ambientalisti che gli amanti della caccia) è stato monitorato sin dalle prime battute dalla magistratura. E ora al terzo piano di palazzo di giustizia è stato deciso di aprire un fascicolo conoscitivo. L’indagine è ancora alle prime battute (e quindi al momento contro ignoti) ma è comunque lecito pensare che si ipotizzino reati ambientali.

Il caso, come noto, era scoppiato pochi giorni fa quando i frequentatori della valle avevano fatto scattare l’allarme notando un’improvvisa moria di volatili. La stima aggiornata a sabato era di circa 1.100 esemplari morti, ma si basava solo sugli anatidi già recuperati e portati via in tristi sacchi di plastica neri da associazioni venatorie o del centro di recupero avifauna. Le prime analisi eseguite dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Forlì hanno stabilito che la causa della morte sarebbe il batterio del botulino, produttore nel caso specifico di tossine di tipo C. Il batterio si produce in ambienti in cui per vari motivi viene a mancare ossigeno: è il caso delle pozze d’acqua putrida che si sarebbero create nelle ultime settimane nella Valle della Canna. Chi doveva assicurare quel ricambio d’acqua? Domanda a vorrà dare una risposta anche l'autorità giudiziaria.

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