Moria di pesci tra Ravenna e Ferrara. Arpae: "Fenomeno naturale"

Ravenna

RAVENNA. Negli ultimi giorni diversi bagnanti hanno segnalato una moria di pesci, soprattutto nella zona tra i Lidi Ravennati e quelli Ferraresi. Un fenomeno, come spiega una nota di Arpae, non legato all’inquinamento ma a fattori naturali. “La struttura oceanografica Daphne, durante le attività di controllo in mare, ha rilevato nell’area settentrionale, per tutto il mese di agosto, circoscritte zone con concentrazioni di ossigeno sul fondo basse e tendenti all’ipossia-anossia (<3 mg/l) - spiega Carla Rita Ferrari, responsabile della struttura -. Come osservabile dai bollettini emessi settimanalmente, l’area interessata variava nel tempo e nello spazio a seguito delle stabili e prolungate condizioni meteo marine del periodo. Nel pomeriggio/sera di mercoledì 28 agosto sono spirati venti di Libeccio da terra, rilevati anche dalla stazione mareografica integrata di Arpae situata a Porto Garibaldi, che hanno innescato un fenomeno di upwelling (spostamento delle masse d’acqua superficiali verso il largo) richiamando sotto costa le acque di fondo povere di ossigeno. Tale condizione ha favorito lo spiaggiamento di pesci bentonici sofferenti che creano un forte impatto visivo sui bagnanti destando curiosità e allarmismo. Con certezza si può affermare che tale situazione non deriva da apporti di sostanze inquinanti nelle acque di mare ma come conseguenza di eventi eutrofici che si verificano periodicamente lungo la costa emiliano-romagnola, anche se questa condizione mostra un trend in miglioramento negli ultimi anni. La scarsità di ossigeno a livello del fondo marino in questi casi può favorevolmente essere risolta dall’instaurarsi di mareggiate che innescano un rimescolamento di tutta la colonna d’acqua. E’ importante ricordare che le stesse condizioni eutrofiche sono il fulcro per avere un’area produttiva per pesca e molluschicoltura. Ricordiamo in sintesi che le condizioni favorevoli all’innescarsi del fenomeno di morie di organismi marini bentonici sono in generale riconducibili a condizioni eutrofiche prolungate delle acque (crescita di microalghe) dovute ad apporti di acqua dolce dai bacini costieri, persistenza di condizioni di mare calmo, scarso idrodinamismo che non facilita il miscelamento/diluizione delle acque, persistente carenza di ossigeno sul fondo e marcato innalzamento delle temperature delle acque, con valori in superficie prossimi ai 30°C”.

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