Morgagni, il giornalista forlivese che inventò il Giro d'Italia

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Lo stadio Morgagni, l’aeroporto Ridolfi: realtà storiche a Forlì, e frequentate da decine di migliaia di persone.

«Eppure pochissimi forlivesi sanno chi erano i loro concittadini Luigi Ridolfi e Tullo Morgagni: su quest’ultimo anzi un vero cono d’ombra ha cancellato per oltre cinquant’anni vita e ricordi…».

Domenico Guzzo, direttore dell’Istituto Storico di Forlì-Cesena ha voluto invece gettare una luce su un personaggio emblematico e del tutto dimenticato, con il suo libro Tullo Morgagni. Il giornalista “volante” che inventò il Giro d’Italia, presentato in occasione del passaggio del Giro d’Italia, venerdì 13 maggio (ore 18) al Mondadori Bookstore in dialogo con Gabriele Zelli e Mario Proli, mentre il 14 maggio (ore 17.30), è la volta della Libreria Ubik di Cesena: l’autore sarà con Armando Strinati del Coni Emilia-Romagna.

«La vicenda di Morgagni è un paradosso – commenta Guzzo –: il motivo dell’oblio forse sta nella sua morte precoce, a soli 37 anni. Con Ridolfi e altre 16 persone cadde durante un volo-esibizione con un vecchio bombardiere riadattato, a guerra appena finita e alle soglie dell’affermazione del fascismo. La parabola della sua vita si trovò schiacciata quindi fra quei passaggi epocali».

Forse c’è anche una “damnatio” politica.

«Sì: Tullo infatti era fratello di Manlio, braccio destro di Mussolini. Il collegamento fu postumo, lui muore infatti prima che il fascismo prenda il potere, ma dopo la guerra anche su di lui agì il “complesso del duce” come lo chiamò Giorgio Bocca: prima sovraesposto, poi addirittura se ne rimosse il ricordo anche perché era Manlio a tenere i collegamenti fra Roma e Forlì, lui, fedelissimo del duce, l’unico gerarca che si suicidò dopo il 25 luglio del 1943».

E agì concretamente a Forlì?

«Certo! Il “Padiglione Morgagni” dedicato alle maternità nel vecchio ospedale fu finanziato da lui e dedicato alla madre. Forse fu proprio il conto aperto col fascismo che privò Tullo di ricordo: a Forlì ma anche a Milano, dove era arrivato ad appena 18 anni: prima, giornalista del quotidiano L’Italia del Popolo, poi redattore capo della Gazzetta dello Sport fino al 1912, mentre nel 1913 fondò e diresse Lo Sport Illustrato. Fu proprio lui anzi a inventare i tre momenti clou della stagione del ciclismo italiano, all’epoca lo sport nazionale: la Milano–Sanremo nel 1907, il Giro di Lombardia nel 1905, e il Giro d’Italia nel 1909».

E poi arriva un’altra passione, con la prima rivista dedicata al volo, “Nel cielo”.

«Anche qui è un antesignano: i primi voli controllati in Italia sono infatti del 1909-1910, e lui inizia a occuparsene nel 1913, diventando il più importante giornalista aviatorio. Ma fra i suoi interessi non c’è rottura, lui guarda sempre all’ultima frontiera del cimento: la macchina, la modernità, la velocità… Anzi combatte perché il patrimonio aereo militare della guerra venga messo a disposizione della nuova aviazione civile italiana. Poi, lui e Ridolfi muoiono nel “disastro di Verona” del 2 agosto 1919, in un volo che avrebbe dovuto provare l’affidabilità di quegli aerei. Ma la sua eredità di pensiero attraverso Manlio arriva a Mussolini e si concretizza nella costituzione dell’Aeronautica come arma indipendente, e per Forlì e la Romagna nei tre poli dell’aeroporto Ridolfi e del Collegio aeronautico di Forlì, delle Officine Caproni a Predappio e del monumento a Francesco Baracca, a Lugo. Insomma, Tullo costruisce quella base concettuale, in fondo anche mistica e simbolica, che poi Mussolini sfrutta per dare spazio in Romagna all’industria più audace e moderna del tempo».

E, comunque, nessuno lo ricorda più…

«La storia di Tullo Morgagni proprio per questo è una bella sfida per uno storico, una bella occasione per studiare in modo scientifico documenti e anche un fondo della Biblioteca di Forlì dedicato a Manlio ma con una sezione su Tullo. Così ho scoperto i suoi tanti “record” e la sua preveggenza sull’importanza dell’aviazione, e questo ha permesso me e permetterà ai lettori di rivedere tante cose in un’ottica e in una prospettive diverse e nuove…».

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