Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri

Cultura

BOLOGNA. Prosegue con il terzo e ultimo appuntamento dedicato a Giorgio Morandi "Re-Collecting", ciclo ideato da Lorenzo Balbiche approfondisce temi legati alle collezioni permanenti dell’Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei, indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili o non più esposte da tempo, per offrire prospettive inusuali e proporre nuovi percorsi di senso. Al Museo Morandi, dopo le rassegne dedicate ai Fiori e alle Nature morte, ha aperto ieri e sarà visibile fino al 29 agosto 2021 "Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri" a cura di Lorenza Selleri, dedicata al tema dell’Incisione.
Partendo dalla domanda ricorrente “Che cos’è un’acquaforte?”, il museo cerca di rispondere attraverso il terzo un focus incentrato su questa tecnica, di cui Morandi è stato maestro. Maestro in senso stretto, dal momento che dal 1930 diventa docente di Tecnica dell'Incisione all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ma anche in senso lato, dati il suo rigore e la sua straordinaria capacità tecnica.
Giorgio Morandi si dedicò alla grafica, e in particolare all’acquaforte, con impegno pari a quello dedicato alla pittura (“dipingo e incido paesaggi e nature morte”, dichiarò egli stesso nel 1937), tanto che ne divenne un interprete straordinario, tra i più significativi di tutto il panorama europeo del suo tempo.
La sua maestria è paragonabile a quella dei grandi incisori del passato, Rembrandt in primis, che studiava con assiduità e fermezza. Le riproduzioni su volumi in folio, così come le stampe originali che teneva esposte nella casa-studio di via Fondazza, e nella sua aula in Accademia, erano funzionali alla sua necessità di poterne carpire la tecnica perfetta. Così avvenne la sua formazione (non esistendo all’epoca in Accademia un corso di studi per questa disciplina specifica) e quella dei numerosi allievi che frequentarono la sua aula durante i ventisei anni del suo insegnamento. In quel periodo Morandi descrive così il tipo di addestramento impartito ai suoi studenti: “faccio eseguire qualche copia da incisori antichi e limito l’insegnamento all’acquaforte eseguita a puro segno”.

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