Molestie degli Alpini a Rimini, la presidente del consiglio comunale di Ravenna: "No alla cultura dello stupro"

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In una nota sui social, il presidente del Consiglio Comunale di Ravenna Ouiddad Bakkali ha espresso una posizione netta sulle molestie segnalate durante il raduno degli alpini a Rimini: "Quello che sta emergendo sull'Adunata di Rimini è grave e non può lasciare indifferenti. Bene la condanna di molti, a partire dal Ministro Guerini, su quanto si sta ricostruendo grazie alle segnalazioni di decine e decine di donne e ragazze. Non si cada però nel cameratismo e nella difesa ad oltranza perchè qui al centro della questione non c'è il corpo degli Alpini e la loro storia, ma il corpo delle donne e le condotte di branchi di uomini che hanno molestato verbalmente e fisicamente donne e ragazzine in un clima predatorio che ha reso le strade di Rimini (come di altre città) insicure e ostili.
Il loro essere alpini o meno mi interessa nella misura in cui questa appartenenza veicoli a questi uomini un senso di impunità che li rende intoccabili e che minimizzi quanto accaduto. Certe immagini trasudano un tipo di cultura che ha un nome ben preciso ed è CULTURA DELLO STUPRO.
La cultura dello stupro costituisce un retroterra culturale, ampiamente condiviso, che come definisce Susan Brownmiller nel 1975, ha la funzione di “mantenere tutte le donne in un costante stato di intimidazione” è "un continuum di violenza minacciata che spazia dai commenti alle molestie fisiche fino allo stupro stesso".
A questa cultura bisogna rispondere in modo netto educando gli uomini e tenendo accesa l'attenzione su quanto successo fino a che non siano presi provvedimenti concreti che chiariscano che quanto successo è grave e che no, non è goliardia, ma sono reati contro le donne".

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