Modigliana, rissa tra mamme a "Casa di Gaia"

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Sull'episodio della rissa tra mamme avvenuta il 25 dicembre alla Casa di Gaia di Modigliana, la presidente della cooperativa “Kara Bobowski” Franca Soglia che gestisce la struttura, attraverso il legale Francesca Vitulo replica alla ricostruzione fatta dall'avvocato della donna allontanata dopo i fatti denunciati alle forze dell'ordine. A dare notizia dell'accaduto era stato il legale della 32enne A.P. che aveva riportato la loro versione dei fatti: la ragazza era stata allontanata dalla struttura dopo un'accesa discussione con un'altra ospite della struttura che ospita mamme e loro figlie in situazione di difficoltà. La discussione era nato per la preseunta sparizione di un telefono cellulare. Dalle parole si era passati alle vie di fatto con le mamme-ospite che si erano colpite e successivamente denunciate per minacce e lesioni. Era stato chiamato in causa dall'avvocato anche il comportamento delle operatrici intervenute per sedare gli animi.

“Per dovere di cronaca e, soprattutto, per necessità di tutela dell’immagine della Cooperativa “Kara Bobowski”, ritengo imprescindibile fare la seguente precisazione sugli avvenimenti occorsi, affinché il giornale provveda a darne debita e immediata comunicazione tesa a sollevare e quindi escludere da qualsivoglia responsabilità o attribuzione di comportamento, contrario ai doveri etici e professionali, gli operatori della comunità, e tutto ciò anche interpellando la suddetta società cooperativa ai fini della trasmissione di un proprio comunicato ufficiale. Le operatrici della struttura, infatti, ponevano in essere semplicemente un comportamento concreto teso a preservare, passivamente, la propria persona e gli altri ospiti (mamme e bambini) dall’incontrollata aggressione in atto, cercando di ridimensionare e contenere la reazione del soggetto ospite, come già accaduto in precedenza in differenti circostanze. Tale episodio segnalato, infatti, risultava essere soltanto l’ultimo dei tanti accadimenti concretizzatisi e che hanno visto protagonista la Sig.ra A.P., una persona nell’interesse della quale la Cooperativa “Kara Bobowski”, con la sua comunità “La Casa di Gaia”, ha sempre cercato di destinare attenzione e cure attraverso l’inquadramento e l’attuazione di un progetto ad hoc predisposto in accordo con i Servizi Sociali e svolto per mezzo dei propri professionisti incaricati, diretto a garantire protezione e tutela nell’interesse principale di una madre e delle sue figlie. Tale ultimo evento occorso, pertanto, portava all’allontanamento della stessa Sig.ra A.P. da parte della cooperativa, non per applicazione di un provvedimento volto unicamente a punire rimarcando una presunta disumanità, come si vuol far ritenere dall’opinione, bensì per ragioni di sicurezza nell’interesse degli altri ospiti e dei rispettivi figli presenti presso il centro, esattamente in forza della recidiva che ha connotato l’intera vicenda. Ciò detto, affinché risulti ben ferma la missione solidaristica e umanitaria della struttura in oggetto, appare inderogabile rimarcare che la comunità “La Casa di Gaia”, ricollegabile indissolubilmente alla società Cooperativa “Kara Bobowski”, sin dalla costituzione ha mantenuto saldo il suo unico obiettivo, ossia “quello di tutelare i minori e di accompagnare le mamme in un percorso verso una graduale autonomia, un inserimento positivo nella comunità di appartenenza e l’acquisizione responsabile delle competenze necessarie per provvedere alla cura dei loro figli”.  

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