Moda, viaggio negli Archivi di ricerca Mazzini

Cultura

Esistono ancora dei luoghi in cui è possibile leggere la storia immaginando il futuro, perdersi tra milioni di filati e cuciture che smettono di esser abbigliamento diventando desiderio.

Siamo a Massa Lombarda, un piccolo comune della Romagna ravennate nel quale non è raro vedere personaggi eclettici dallo stile inconfondibile. Tutto normale se non fosse che sono stilisti e designer delle più importanti maison mondiali, quelli che decidono cosa e come sarà la moda nel mondo; vengono per cercare, osservare e toccare quei capi che formeranno il dna delle loro prossime collezioni.

Lo fanno entrando negli Archivi di Ricerca Mazzini, una sorta di cattedrale del costume di mq 6mila di esposizione; 500mila pezzi, tra vestiti e accessori, dai primi del Novecento a oggi. Tanti soldi investiti, tanti soldi in vestiti. Tutto questo suddiviso meticolosamente tra uomo e donna, in tre settori: design (capi storici e contemporanei dall’alto contenuto stilistico, dal pret-à-porter all’haute couture), vintage tecnico (dal mondo militare a quello sportivo passando dal workwear al denim ) e accessori.

Chanel, Dior, Fendi, Gucci, Louis Vuitton, Prada e qualsiasi altra firma del lusso qui è presente, appesa sapientemente, alla giusta temperatura e al tasso d’umidità ideale perché si conservi per sempre; la stessa cautela che potrebbe avere il Louvre per le sue opere.

Ma chi fa della ricerca il suo obiettivo non può e non deve accontentarsi di ciò che conoscono già tutti, deve indagare e osare, per stupire sempre di più. Intere collezioni di abbigliamenti sportivo, uniformi militari, la storia del jeans o i giubbotti in pelle degli aviatori o dei bikers. Tutto ciò che può esser riproposto e riletto in chiave attuale, per creare un capo che verrà indossato dalle future generazioni, troverà posto in questi spazi.

«Questo è il luogo in cui ogni singolo pezzo assume un valore aggiunto aprendo percorsi plurali di idee e di creatività. Superato il concetto di “museo della moda”, essi rappresentano un progetto culturale ricco di contenuti stilistici, rivolto alle aziende del settore, alle scuole e ai professionisti della moda».

Sono le parole dell’artefice di questa realtà, Attilio Mazzini, romagnolo doc con la passione per lo stile e la ricerca, che dalla fine degli anni Settanta ha gelosamente preservato semplicemente ciò che gli piaceva, ciò che il cervello, con lo stile, e il cuore, con la passione, gli imponevano di avere.

All’interno dei suoi spazi vengono soddisfatti tutti e cinque i sensi: la vista, ammirando quei colori e quei modelli, il tatto, potendo toccare la particolarità di ogni tessuto, l’olfatto, percependo quell’aroma di vissuto, l’udito col rumore delle grucce che scorrono sugli appendiabiti come un archetto su uno stradivari. Tutti questi infine formano il gusto, il buon gusto.

Vengono da ogni parte del mondo, gli uffici stile dei brand più blasonati, quelli che ognuno di noi vorrebbe indossare per smettere di desiderarli al di là di una vetrina.

Cosa si offre qui

I servizi offerti sono molti: noleggio dei capi per finalità di studio, fornitura degli stessi tessuti per campionamenti e nuove interpretazioni, consulenza stilistica e conservazione per altri archivi esterni.

In questo mondo la riservatezza è fondamentale, nessuno può svelare ai competitors i suoi consulenti, viceversa è impossibile che l’azienda riveli la propria clientela. Spesso la difficoltà è proprio quella di programmare un’agenda in cui tutti avrebbero bisogno di restare in archivio svariate giornate.

Sarebbe bello entrare lì dentro e potersi perdere tra quei pezzi unici, ma chi arriva da altri continenti deve fare i conti anche col tempo; con la precisione della responsabile Carla Marangoni la ricerca diventa più mirata e razionale e, chiedendo a lei, trovare un qualsiasi pezzo è come ricercare una parola su Google.

Questo posto è così, difficile da raccontare per renderlo credibile, perché ciò che vedi e ciò che è sembra un mondo diverso, più bello e più colorato.

Attilio nel suo campo fa scuola e lo fa per davvero; supporta gratuitamente l’Università di Rimini, collegata a quella di Bologna, e l’istituto internazionale Polimoda di Firenze.

Si mette a disposizione per i nuovi stilisti del domani, sapendo che solo grazie alla loro creatività quell’archivio potrà continuare a esserci e a svolgere il suo ruolo.

«La moda cambierà radicalmente, questa pandemia la rivoluzionerà, ci sarà un ritorno alle origini, prodotti confezionati bene e durevoli»; sono le parole dello stilista Giorgio Armani, che Attilio fa sue per rappresentare la situazione attuale.

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