Misano. Maxi area commerciale: critiche e bocciature

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Le associazioni di categoria fanno quadrato contro al progetto per l’area commerciale Bandieri a Misano. No ai 7 negozi monomarca da 25mila metri quadri per la fascia che si snoda dal retro dell’ex sede di “Oliviero” sino alla stazione. In prima linea contro al progetto rilanciato dal Comune di Misano è il presidente della Confcommercio, Gianni Indino. Che sottolinea: «Va tenuto a mente che ogni posto di lavoro acquisito in un outlet o centro commerciale ne fa perdere quasi sempre 5 nel commercio tradizionale». E afferma che esistono «delle leggi regionali che consentono l’apertura di centri del genere solo a una determinata distanza dal centro abitativo, non certo a ridosso». Perciò la Confcommercio «non può accettare che si vada contro alle leggi. Abbiamo condotto una battaglia serrata a suo tempo, affinché in quella zona non venisse realizzato un centro commerciale, o un outlet, o qualunque altra forma di commercio al dettaglio che di fatto sarebbe andato a colpire la situazione del commercio locale già non florida». Quindi il presidente mette i puntini sulle “i”. «Ci siamo espressi in modo fortemente contrario allora e adesso non abbiamo cambiato opinione, rimanendo fortemente critici su quest’operazione. L’Amministrazione di Misano ha beninteso diritto alle proprie scelte, ma l’altra volta era stato apprezzato il suo retrocedere sulla questione, determinato anche dal fatto che non erano pronti con i documenti e che la Provincia non aveva dato l’assenso. Ma oggi a distanza di anni si ripresenta la questione da capo. Ciò che non è entrato dalla porta, - commenta - si cerca di farlo rientrare dalla finestra». Quindi ribatte: «La Confcommercio ritiene controproducente questo tipo di iniziativa. Fermo restando che non siamo contro la libera impresa e gli investitori. Ci mancherebbe altro. Ma gli investimenti – conclude - devono esser fatti rispettando il territorio e il commercio del luogo».

Stessa frequenza di pensiero per il presidente Confesercenti Riccione, Fabrizio Vagnini. Che precisa: «Chiederemo un incontro urgente in Provincia, per avere chiarimenti sulla questione. E faremo battaglia da capo, mettendo in campo quel che possiamo fare dal punto di vista tecnico». E Vagnini dichiara: «Credo che nell’attuale momento storico non si senta il bisogno di simili aperture, anche perché la crisi del commercio è sotto gli occhi di tutti e l’online si sta facendo strada. Tra l’altro – punta il dito - non credo neanche che il mercato presenti una domanda tale da far aprire questi negozi monomarca. Suona come un’operazione invasiva che tiene conto delle esigenze dei proprietari di quei terreni e certo non delle necessità del territorio». Intanto dal Cna, Heinrich Nobili fa presente che aspettavano «un confronto con Fabrizio Piccioni, sindaco di Misano Adriatico. C’era stata infatti un’apertura a marzo, anche per vedere se si individuassero altre opzioni, per evitare migliaia di metri quadri di colate di cemento».

In linea Damiano Suzzi che, andato in pensione a dicembre 2020, seguì la questione, quand’era al timone di Confartigianato. «Le associazioni di categorie sono state contrarie sin dall’inizio a questo progetto. Che mi sembra esagerato e contro a ogni logica. È vero che la crisi si sta allentando, perché siamo in un luogo turistico, però in autunno temo una situazione ben diversa. E comunque – termina - di centri simili ne esistono fin troppi».

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