MiniTransat, dura regata per Del Zozzo: "Ho avuto allucinazioni"

SANTA CRUZ DE LA PALMA. Quattro giorni con le batterie in avaria: senza autopilota, senza le luci di via, senza gli strumenti necessari alla navigazione.... attaccato alla barra del timone cercando di vincere la stanchezza e il sonno. Tre notti con gli occhi sgranati perché sei senza luci e gli altri non ti possono vedere e rischi la collisione, in compagnia delle allucinazioni. Luca Del Zozzo, 59 anni, ha completato la prima tappa della MiniTransat, la traversata dell'Atlantico in solitario con le barche Mini (6,5 metri di lunghezza): 32esimo in categoria Serie. Da Les Sables d'Olonne è partito lunedì 27 settembre e sabato pomeriggio è arrivato a Santa Cruz de la Palma (Canarie) da dove ripartirà il 29 ottobre per la tappa più lunga, quella che porta all'arrivo finale ai Caraibi, a Guadalupa.

Luca, il finale di tappa è stato duro...

«Beh sì... ormai sono abituato a dormire 20 minuti, mezz'ora e a svegliarmi in automatico anche se c'è qualcosa che non va, tipo una vela che sbatte e non lavora bene. Ma per quattro giorni e tre notti sono dovuto rimanere senza l'ausilio del pilota automatico, del gps di bordo, delle luci... Ho avuto un'avaria su cui devo fare chiarezza prima di ripartire. Ho dovuto impostare col gps manuale la rotta e ho sbagliato un punto di passaggio passando più a est di quel che dovevo e siccome ero molto a ovest ho fatto tanta strada in più per niente... L'ultima notte poi è stata paradossale, come un romanzo. Ho iniziato a parlare con una persona che era in pozzetto con me e gli dicevo di darmi una mano visto che era lì. Una parte di me però sapeva che vivevo una allucinazione. Era come se fossi doppiato in due persone: una parte è vigile e l'altra vede cose che non sono vere. C'erano dei momenti in cui allungavo il braccio perché pensavo che qualcuno mi stesse allungando da mangiare o una bottiglia di Coca Cola. A un certo punto ho visto mio figlio Enea sulla tuga ma erano soltanto delle cime avvolte nel winch». [caption id="attachment_280162" align="alignnone" width="450"] Del Zozzo in navigazione (Foto Alexis Courcoux)[/caption]

Cosa ne pensi della comunicazione del comitato di regata che vi ha invitato a recarvi nel porto più vicino quando eravate al largo della Galizia per l'arrivo di condizioni meteo pericolose, visto che tutta la flotta ha accettato l'invito mentre un concorrente ha proseguito ed è arrivato primo alle Canarie?

«So che alcuni skipper hanno usato lo strumento della protesta e quindi presto ci sarà una presa di posizione ufficiale dell'organizzazione. C' è stato almeno un problema di comunicazione. Qualcuno ha pensato che fosse obbligatorio andare a terra. Qualcuno che fosse facoltativo. La ripartenza è stata poi di fatto affidata ai regatanti nei singoli porti in cui erano entrati. Io ero nella Baia di Muros, a Portosin. Io per esempio sono entrato attorno alla mezzanotte e sono ripartito verso le tre della notte successiva. Ma la classifica è evidente che non può essere univoca».

Come giudichi la scelta del 19enne tedesco Melwin Fink, l'unico della categoria Serie ad aver proseguito senza fermarsi?

«Ha fatto una sua scelta, dice che non aveva capito, ma mi sembra impossibile visto che parla bene l'inglese. Certo, se vieni qui per confrontarti con gli altri skipper e tutti si fermano, beh allora ti fermi anche te. Lui invece si è confrontato col passaggio di un fronte, di un temporale...».

Cosa ti aspetti dalla prossima tappa?

“Prima devo risolvere questo problema che ho avuto all'impianto elettrico perché attraversare l'oceano in queste condizioni vuol dire che non fai più una regata ma un trasferimento. Ma certo voglio trovare conferma alle buone sensazioni che ho avuto nei tre o quattro giorni che ho potuto provare la barca nelle giuste condizioni per trovare velocità ed equilibrio”.

Questa è la tua seconda MiniTransat. La prima l'hai fatta nel 2009. Oggi hai 59 anni. Si fanno sentire gli anni di differenza?

«Diciamo che all'anagrafe c'è una famiglia di dolori nuovi. Ti rialzi con un ginocchio che magari ti fa più male di prima. Ma a bordo in compenso si è anche allargata la famiglia degli antinfiammatori».

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