Cervia, calci e pugni all'auto di due ragazze nel parcheggio della discoteca: in 4 a processo

Cervia

Un colpetto di clacson e una “sgasata”. Il tentativo di far spostare il gruppo di ragazzi che intralciava la manovra in retromarcia nel parcheggio della discoteca non aveva sortito alcun effetto. Allora avevano tentato a parole, abbassando il finestrino: «Allora? Ci fate passare?!». Fu questa la miccia dell’assalto all’auto da parte di un branco di ragazzini, tra adolescenti e neomaggiorenni, a suon di pugni e calci contro la vettura. Barricate all’interno, c’erano due ragazze, che sconvolte chiesero aiuto al servizio di sicurezza del locale.
Per l’episodio, avvenuto la notte del 14 agosto del 2019 all’esterno delle Indie di Cervia, dovranno rispondere di minaccia, violenza privata e danneggiamento quattro giovani bolognesi all’epoca tutti 20enni (difesi dagli avvocati Saverio Chiesi e Piero Gennari). Tra gli imputati anche una ragazza la cui posizione è stata stralciata avendo quest’ultima accettato di scontare la pena fissata con decreto penale di condanna. Il processo nei loro confronti è approdato ieri mattina davanti al giudice monocratico Cristiano Coiro, per l’escussione dei testimoni dell’accusa. Fra questi, una delle due ragazze che quella notte furono prese di mira, fra insulti e frasi inquietanti.
«Quei ragazzi non si spostavano», ha esordito la teste, 27 anni, amica della proprietaria del veicolo. «Erano circa una decina - ha ricordato ieri in aula rispondendo alle domande del vice procuratore onorario Simona Bandini -. Quando gli ho chiesto di spostarsi, uno di loro mi ha detto con fare aggressivo, “Ma chi ti credi di essere?!”, e la sua ragazza ha fatto lo stesso, iniziando a dare calci e pugni sul cofano e contro la carrozzeria». Gli altri del gruppo si sono presto uniti a lei, colpendo anche i finestrini: «Temevamo che riuscissero a sfondarli», ha ricordato la teste, ripetendo una delle frasi indirizzate proprio a lei, “Scendi dall’auto, ti ammazzo, ti faccio vedere io”. Il gruppo sarebbe anche riuscito ad aprire la portiera lato conducente, afferrando l’amica per il braccio. Finché, sfuggita alla presa, la proprietaria del veicolo - costituitasi parte civile con l’avvocato Angelo Junior Soragni del foro di Forlì - ha ingranato la marcia e si è allontanata in un’altra area del parcheggio. «Siamo scese per controllare i danni all’auto - ha continuato la teste -. Vedendo che eravamo scosse, due buttafuori ci hanno chiesto che cosa fosse accaduto e noi abbiamo indicato il gruppo di ragazzi che ci avevano aggredito».
La vicenda processuale, a dire il vero, vede ancora aperto un secondo filone: e questa volta alcuni degli imputati figurano come parte offesa alla luce di una bagarre avvenuta in un primo momento anche all’interno del locale, sfociata nella denuncia di alcuni membri del servizio di sicurezza. Ed è forse proprio quell’episodio ad avere fornito le premesse per i disordini avvenuti nel parcheggio, dove - così ha spiegato la teste - «uno dei ragazzi che proprio non si voleva spostare dalla traiettoria della loro auto, pare che per qualche motivo sanguinasse».

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