Mina e Fellini, l'incontro che non ci fu

RIMINI. L’aveva disegnata, l’aveva sognata. L’aveva “corteggiata” per averla come attrice: doveva essere la moglie di Trimalcione in “Satyricon”. Ma ancor prima Fellini aveva pensato a lei per il ruolo della hostess Beatrice nel “Viaggio di Mastorna”, il film mai realizzato cui aveva iniziato a pensare tra il 1964 e il 1965.
Mina musa di Federico Fellini
La tigre di Cremona però, dopo abboccamenti, tentennamenti, disse di no. «Il vero cinema per una forma di pudore non ha mai voluto farlo» ha spiegato il figlio Massimiliano Pani, riferendosi anche al fatto che la madre fu invece protagonista di diversi film cosiddetti “musicarelli”, le commediole musicali con i cantanti, in voga negli anni Sessanta.
Caroselli felliniani
Eppure l’occasione per dirigere Mina – 80 anni proprio oggi, 25 marzo – era stato lo stesso Fellini a farsela sfuggire: rifiutando di realizzare i Caroselli della pasta Barilla che gli furono proposti a metà degli anni Sessanta. Li diresse al posto suo Piero Gherardi, che di Fellini era stato in quegli anni scenografo e costumista per “La dolce vita”, “8 ½” – per entrambi i film conquistò l’Oscar per i migliori costumi – e per il successivo “Giulietta degli spiriti”, primo lungometraggio a colori di Fellini, spumeggiante anche questo per i costumi. L'articolo completo sul Corriere Romagna in edicola oggi, 25 marzo.

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