Milano Marittima, il Pineta e i 47mila euro mai pagati per gestirlo

Circa 47mila euro. Arrotondato, è questo il costo che Hdp22 avrebbe dovuto pagare per poter gestire il Pineta. Il conto, così come previsto da contratto, doveva essere saldato entro il 31 dicembre scorso. Invece nulla. Nemmeno un centesimo è stato versato sui conti di Andromeda, società proprietaria della storica discoteca di Milano Marittima, fallita nel marzo del 2022. Nessun pagamento, stando a quanto constatato dal liquidatore giudiziale Claudio Colatorti; proprio come i canoni d’affitto che la nuova azienda concessionaria avrebbe dovuto pagare alla proprietà dei muri di viale Romagna, accumulando quel debito compreso tra i 130mila e i 140mila euro che è costato l’istanza di sfratto alla Hdp22. Un’azione che ha spinto il curatore fallimentare di Andromeda a chiedere urgentemente il sequestro giudiziale dell’intero compendio aziendale: strategia che come effetto domino ha fatto slittare l’udienza di sfratto a fine mese, dando la priorità da un lato alla questione del fallimento di Andromeda, dall’altro a quella quell’affitto di ramo d’azienda sospetto, ceduto ad Hdp22. Perché sospetto? Perché entrambe le società, quella fallita e quella nata in concomitanza con tracollo della prima, sono riconducibili, secondo quanto emerso finora, allo stesso imprenditore, il 43enne aretino Marco Amadori.

Oggi l’udienza per il fallimento

In questo scenario, con la discoteca chiusa ormai da 10 giorni, si susseguono a ritmo incalzante i giorni cruciali per il destino del Pineta, e – se vogliamo – anche per l’immagine dell’intera località che negli anni ha goduto del richiamo garantito dai suoi eventi. Si terrà oggi la prima udienza per l’esame dello stato passivo di Andromeda. Si tratta del primo step per quantificare con esattezza l’ammontare dei debiti e verificare il numero dei creditori che a loro volta intendono insinuarsi. Una volta chiuso l’esame dello stato passivo, la procedura prevede un tempo di 60 giorni per redigere la relazione che potrebbe finire anche nei tavoli della Procura, per verificare eventuali illeciti o passi falsi commessi nell’ultimo rocambolesco anno di gestione del Pineta.

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