“Bolle di sapone” nel 2024 ha chiuso i battenti dopo 45 anni di attività: era l’ultimo negozio storico di Milano Marittima. Le catene commerciali hanno ora il sopravvento, per gli esercizi minori non resta che abbassare la serranda.
L’attività venne inaugurata nel marzo del 1980 in via Corsica: dall’altra parte dell’attiguo viale Gramsci risplendevano le stelle della gelateria Nuovo fiore e del dancing la Pineta, a pochi passi locali come il Cluny, la Perla e lo Sporting facevano impazzire schiere di giovani. Ma il successo delle Bolle di sapone era dovuto soprattutto ai suoi giocattoli esclusivi, un settore che prima della tecnologia faceva ancora sognare.
«Girando il mondo – racconta la ex titolare Daniela Colombarini –, avevo raccolto tanta merce introvabile. Vendevo i carillon di una azienda americana che costavano all’epoca 2 milioni e 700 mila lire. Erano pezzi da collezionismo e la gente, allora con disponibilità finanziarie maggiori rispetto ad oggi, li ha comprati finché non hanno smesso di produrli. Un altro pezzo da novanta erano le macchine d’epoca in lappa, che acquistavo in Spagna e mettevo sul mercato al prezzo di un milione e 300 mila lire. Me n’è rimasta solo una. In quanto alle bambole, solo due negozi in tutta Italia avevano le mie, provenienti dalla Germania».
«Il locale era ancora competitivo – aggiunge –, e non l’avrei chiuso certamente, se non fosse che mancava il personale e da sola non potevo farcela. Fino al 1995 lavoravo addirittura 16 ore non stop, adesso non sarebbe più possibile. Ricordo che i primi tempi iniziai, con una stufetta, a tenere aperto pure nel periodo invernale. Ma non avevo il permesso per la domenica e i vigili mi volevano multare. Insomma, ho dovuto mollare con grande dispiacere, e adesso che faccio la commessa saltuaria in altri esercizi ricevo tanti clienti che mi gettano le braccia al collo. Li ho visti nascere e sono diventati nonni».
Il suo negozio porta ancora l’insegna delle Bolle di sapone, con sotto affisso un cartello nel quale si ringrazia con affetto “tutti colori che ci hanno voluto bene”. L’immobile, di proprietà della commerciante, è in vendita come pure l’arredamento, ma i pezzi migliori sono andati a ruba. «Prima di ricevere bisogna dare – conclude –, questa è la mia filosofia, ma occorrono gentilezza e disponibilità. Ora riprenderò a girare il mondo perché è la mia vocazione».
cervia
massimo previato
OPO 45 ANNI HA CHIUSO I BATTENTI “BOLLE DI SAPONE”, LOCALE STORICO DI MILANO MARITTIMA (ALCUNI GIOCATTOLI COSTAVANO OLTRE 2 MILIONI DI LIRE)
“Bolle di sapone” ha chiuso i battenti dopo 45 anni di attività, scompare così l’ultimo negozio storico di Milano Marittima. Le catene commerciali hanno ora il sopravvento, per gli esercizi minori non resta che abbassare la serranda. L’attività venne inaugurata nel marzo del 1980 in via Corsica: dall’altra parte dell’attiguo viale Gramsci risplendevano le stelle della gelateria Nuovo fiore e del dancing la Pineta, a pochi passi locali come il Cluny, la Perla e lo Sporting facevano impazzire schiere di giovani. Ma il successo delle Bolle di sapone era dovuto soprattutto ai suoi giocattoli esclusivi, un settore che prima della tecnologia faceva ancora sognare. “Girando il mondo - raconta la ex titolare Daniela Colombarini -, avevo raccolto tanta merce introvabile. Vendevo i carillon di una azienda americana che costavano all’epoca 2 milioni e 700 mila lire. Erano pezzi da collezionismo e la gente, allora con disponibilità finanziarie maggiori rispetto ad oggi, li ha comprati finché non hanno smesso di produrli. Un altro pezzo da novanta erano le macchine d’epoca in lappa, che acquistavo in Spagna e mettevo sul mercato al prezzo di 1 milione e 300 mila lire. Me n’è rimasta solo una. In quanto alle bambole, solo 2 negozi in tutta Italia avevano le mie, provenienti dalla Germania”. “Il locale era ancora competitivo - aggiunge -, e non l’avrei chiuso certamente, se non fosse che mancava il personale e da sola non potevo farcela. Fino al 1995 lavoravo addirittura 16 ore non stop, adesso non sarebbe più possibile. Ricordo che i primi tempi iniziai, con una stufetta, a tenere aperto pure nel periodo invernale. Ma non avevo il permesso per la domenica e i vigili mi volevano multare. Insomma, ho dovuto mollare con grande dispiacere, e adesso che faccio la commessa saltuaria in altri esercizi ricevo tanti clienti che mi gettano le braccia al collo. Li ho visti nascere e sono diventati nonni!”. Il suo negozio intanto porta ancora l’insegna delle Bolle di sapone, con sotto affisso un cartello nel quale si ringrazia con affetto “tutti colori che ci hanno voluto bene”. L’immobile, di proprietà della commerciante, è in vendita come pure l’arredamento, ma i pezzi migliori sono andati a ruba. “Prima di ricevere bisogna dare - conclude -, questa è la mia filosofia, ma occorrono gentilezza e disponibilità. Ora riprenderò a girare il mondo perché è la mia vocazione”.
Massimo Previato