Lavori in corso all’hotel Terminus di Milano Marittima, ma il Comune non sa niente.
Nell’area esterna dell’albergo è stata montata un’impalcatura, non si capisce però se servirà per mettere in sicurezza la struttura in stato di abbandono o se sia l’inizio di un vero e proprio ammodernamento.
«Al momento non c’è nessun progetto», assicura l’assessora all’Urbanistica Michela Brunelli, e il mistero si infittisce.
L’albergo era sorto negli anni Sessanta sulle ceneri di due ville liberty datate al 1927. Una di queste - in stile “medievaleggiante” - venne acquistata da Italo Balbo, che la cedette poi alla sorella Egle. Fra gli ospiti di via Cadorna si annovera il giovane Folco Quilici (poi diventato un famoso naturalista), il cui padre era amico e copilota di Balbo.
Quest’ultimo morì con tutto l’equipaggio nel tragico incidente del 28 giugno 1940. A tale proposito si narra che, quando l’aereo del gerarca e aviatore fascista venne abbattuto per sbaglio (almeno questa è la versione ufficiale) dalla contraerea italiana nei cieli di Tobruk, a Milano Marittima venne inscenato un finto blackout per impedire a Egle di ascoltare la notizia alla radio.
Il Terminus porta ancora il suo nome inciso in una mattonella bianca posta nella colonna dell’antico cancello. L’altra villa, con guglia ottagonale, anch’essa demolita per fare posto all’albergo, era del governatore in Italia e Africa Agostino Arani.
L’albergo, progettato dall’ingegnere forlivese Gino Righini, è chiuso da molti anni, tanto da diventare una vera e propria piaga per la località. Al centro della vita mondana negli anni Sessanta e Settanta, ha poi scontato il mancato adeguamento strutturale per stare al passo con i tempi.
Negli ultimi mesi erano corse alcune voci sulla sua possibile vendita, ma poi non vi sono stati riscontri concreti al riguardo. Ora forse si muove qualcosa, a patto che il cantiere appena aperto non sia solo uno specchietto per le allodole. Basterà una riverniciata per attirare nuovi compratori? Il Comune intanto attende di sapere come evolve la situazione, dopo essere intervenuto in passato per rendere l’area decorosa.