Michelle The Listless, la nuova musica made in Riccione

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Michelle Lufo, in arte Michelle, The Listless, è di Riccione e ama la musica, parole e note, da sempre. Giovanissima (frequenta il quinto anno del liceo), all’inizio non voleva condividere la sua musica perché era convinta che le persone non l’avrebbero compresa. Nel 2018 ha iniziato una scuola di canto a Riccione, il Musicantiere. Da lì non si è più fermata, spinta da tanta adrenalina e voglia di fare. Abbiamo parlato con lei del suo percorso artistico e personale.

Michelle Lufo all’anagrafe ma artisticamente Michelle, The Listless. Ci spiega?

«Il mio nome d’arte Michelle, The Listless è un tributo a un grande rapper americano, Tyler The Creator. Listless vuol dire “svogliata” che è un po’ il mio mood quotidiano. Sono composta dal 50 per cento di noia e 50 per cento da spleen. Nostalgia, odio e amore circondano il tutto».

Lei e la musica: quando è nato questo legame?

«La musica è parte di me da sempre, è un’amore malato. Sono sempre stata innamorata delle parole, della scrittura e della lettura. Inizio a scrivere i primi testi in camera all’età di 15 anni per esigenza, per sfogo, per scappare dalla realtà. La musica è il mio cielo e le parole sono le nuvole con cui lo dipingo, tutto senza limiti o regole».

Lei come si definisce?

«Un’artista senza etichette di genere. I miei testi sono molto indie e la musica varia parecchio a seconda dell’umore della giornata. Insomma faccio musica come voglio e quando voglio. Vedere che le persone si ritrovano nei miei testi mi fa sentire utile. Voglio aiutare le persone che mi ascoltano e io chiedo di essere ascoltata nel modo giusto, senza pregiudizi».

Parole e note: in che modo riescono a intrecciarsi nella sua musica?

«Io suono le parole, il mio strumento preferito, per farmi ascoltare da chi non ha orecchie per me nella vita di tutti i giorni. Voglio che i miei ascoltatori riescano a identificarsi in ciò che scrivo. La musica è mia all’inizio ma poi deve essere di tutti».

Come definirebbe la sua musica?

«Libera da ogni convenzione».

È giovanissima ma ha pubblicato diversi singoli. Partiamo da “Tua”. Com’è nata?

«È stata la mia prima “bambina”, racconta di un’amore adolescenziale finito e concluso per il quale ho sofferto tanto. Io ho un rapporto strano con l’amore che per me è ciò che crea e distrugge tutto. La produzione è stata curata da Alessandro Casadei e il videoclip girato da Federico Capellini: vi ho riunito trenta ragazze che cantano la canzone, un simbolo contro la violenza sulle donne».

E “Sto bene”?

«Nel 2021 ho pubblicato “Sto bene” prodotta da Bongi, un mio caro amico. È un pezzo che ho scritto mentre lavoravo in un bar, in agosto. Erano le 6 del mattino, io pulivo i tavoli e le sedie del bar quando vedo due ragazzi ubriachi che litigano e uno dice all’altro “io sto bene ma senza di te”».

Nuovi progetti?

«Sto lavorando a un album e ciò segnerà il mio cambiamento e la maturità artistica. Il prossimo obiettivo è di entrare in una etichetta, fare tanti live e cercare di raggiungere tante persone».

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