"Metano alle stelle, si chiude": la crisi morde nel ravennate

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Da ieri mattina c’è un altro cartello con la scritta “Chiuso”: si tratta dell’impianto “Metano Faenza S.A.S.” su via Granarolo, meta nota a faentini e non per il rifornimento a prezzi vantaggiosi. Ma la convenienza del metano, di questi tempi, è diventata ormai un ricordo del passato e, con la scadenza del precedente contratto con i fornitori a prezzo fisso al 30 settembre, la decisione del titolare dell’impianto, Giorgio Baralli, è stata quella di chiudere. «L’aumento del prezzo del metano è fuori mercato, ormai è schizzato sopra i 3/3,50 euro al chilo, e a che prezzo dovrei rivenderlo? Si arriverebbe facilmente ai 4 euro. Ma, per chi possiede un’auto a metano, il rifornimento smette di essere conveniente quando si sforano i 2,50 euro al chilo». Diverso il discorso per gli automobilisti che si muovono su vetture miste, alimentate sia a benzina che metano: in questo periodo la scelta ricade naturalmente sulla prima, tornata a minimi relativamente sostenibili, almeno rispetto ai prezzi folli visti negli ultimi mesi.

Dipendenti in cassa integrazione

«Il metano è sempre stato, per così dire, il carburante dei poveri, nel senso che veniva scelto in un’ottica di risparmio – prosegue Baralli –. Ora possiamo solo sperare che la situazione internazionale cambi portando i prezzi su livelli che consentano di riaprire l’impianto a inizio gennaio, prima di allora è difficile. In più di venticinque anni passati a lavorare nel settore non avevo mai visto nulla di simile». Nel frattempo i quattro dipendenti dell’impianto sono stati messi in cassa integrazione e due di loro sono prossimi al pensionamento.

Gli altri casi in provincia

Il caso faentino non è però un’eccezione, anzi, in tutta la provincia sono presenti impianti di metano che hanno già deciso di chiudere o si apprestano a farlo. A Lugo, per esempio, il distributore di via Piratello, non distante dalla piscina, non mostra più alcun prezzo alla voce metano, mentre si è scelto di continuare a servire diesel e gpl. I numeri, d’altronde, non lasciano scampo: se in precedenza le macchine che venivano qui a rifornirsi di metano erano dalle 400 alle 500 al giorno, ora ne arrivano solo dalle 20 alle 40, con picchi al ribasso impressionanti come quello dello scorso sabato mattina, quando le auto passate dall’impianto sono state nove. Una scelta identica è stata fatta anche a Ravenna: nel distributore di via Ravegnana è già dalla fine di agosto, periodo maggiormente toccato dall’esplosione dei prezzi, che il metano è stato tolto dall’insegna all’ingresso con i prezzi dei carburanti. Nella frazione di Rossetta, a Bagnacavallo, di cartelli ancora non ne sono apparsi, ma i dipendenti dell’unico impianto di metano, un punto di riferimento nella zona, avvisano a voce i propri clienti che il prossimo 31 ottobre sarà l’ultimo giorno di apertura. Anche qui, insomma, ci si ferma, ma a partire dall’1 novembre: «Aspettiamo che la situazione si stabilizzi – dicono dal distributore – e speriamo che sia solo una chiusura temporanea».

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