Messa in ricordo della russa Dugina. Il don: "Non sapevo nulla"

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«Assassinata dall’odio anti russo». Don Sebastiano Benedettini non ha gradito quella frase che capeggia sui manifesti in giro per la città, in cui si annuncia una messa in ricordo di Darya Dugina, la ragazza russa figlia dell’ideologo nazionalista Aleksandr Dugin e morta nei giorni scorsi nell'esplosione del veicolo su cui viaggiava. Eppure la funzione religiosa è prevista proprio per domani, alle 9.45, nella sua chiesa in centro storico, Santuario della Madonna della Misericordia in via Santa Maria Chiara. «Per me è una sorpresa, non so davvero davvero nulla, mi richiami tra un’ora che cerco di fare chiarezza». Sono le sue parole quando dal Corriere Romagna il prete viene contattato, dopo che al giornale sono arrivate alcune segnalazioni proprio in merito a quei manifesti e a quella frase, che lo stesso don definisce «non appropriata, non so davvero come possa essere stata scritta». Ecco quindi che scattano le “indagini” interne e in poco tempo l’arcano viene svelato. Ed è lo stesso Benedettini a fare un po’ di luce, senza nascondere un certo disappunto: «La messa è stata chiesta in effetti in questa chiesa da un gruppo di persone, una in particolare, molto vicina a questa comunità, ma io non avevo capito bene né chi era la ragazza in questione, né che sarebbe stata scritta quella frase in cui si parla di odio anti russo, detto questo posso dire che chiamerò il vescovo per capire se la messa va fatta, anche se credo che ogni persona la meriti e la chiesa non entra in questioni politiche». Detto fatto. Il don una volta libero da impegni prima chiama i promotori della messa per chiedere di togliere la frase sull’odio anti russo dai manifesti. «Non lo facciamo», gli rispondono. Allora chiama in Diocesi, dove però non parla con il vescovo Francesco Lambiasi ma con il suo vicario, don Maurizio Fabbri. E dopo un breve confronto arriva il via libera. Le raccomandazioni, quasi scontate, è che domani, durante la funzione in chiesa, non si parli di politica e non si intervenga sul conflitto tra russi e ucraini.

Gli organizzatori: nessuna polemica

Nessun passo indietro da parte dei promotori, in particolare da parte di Davide Gasparini, che ha organizzato la messa, come scritto nei manifesti, per conto delle «amiche e degli amici della Russia». Ed è lui stesso a ribadire la propria posizione: «Siamo una ventina in tutto e quella frase, “assassinata dall’odio anti russo” , l’abbiamo scritta per denunciare il clima di odio che c’è in questo momento, lo facciamo da cattolici e lo facciamo senza alcun intento polemico, senza schierarci a livello politico, visto che le posizioni contro la Russia sono sia a destra che a sinistra e visto che vogliamo esprimere in modo pacifico come la pensiamo senza per questo essere accusati di essere “fascisti” come ci hanno scritto in giro per la città, su qualche manifesto per la messa».


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