Meno rinnovabili nel 2020: brusca frenata dell’energia verde

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Nel 2020 la pandemia ha dato un colpo anche al numero degli impianti delle rinnovabili. Infatti, secondo uno studio realizzato da EnergRed, nel 2020 si è registrata una drastica riduzione del numero degli impianti «utility scale» ed una brusca frenata per il segmento «commercial» (+3% su base annua, contro il +20% nel 2019 rispetto al 2018) e per il segmento «small industrial» (+20% su base annua, contro il +41% nel 2019 rispetto al 2018). Va in controtendenza solo il segmento «industrial» (500kWp-1MWp) che arriva a un +64% (contro un -12% nel 2019 rispetto al 2018).

«Ma solo grazie al Decreto Fer1, e nonostante le complicazioni ed i tempi della burocrazia» osservano gli analisti che hanno condotto l’analisi. Più in generale l’effetto Covid-19 sulle rinnovabili nel 2020 è stato pesantissimo, facendo segnare un crollo del 35%, con il fotovoltaico che resiste con una perdita meno gravosa (-15%). Il lavoro è stato condotto grazie ai dati dell’associazione Anie Rinnovabili (Osservatorio Fer), del GreenVestingForum e sui modelli economici ed ingegneristici di EnergRed grazie ai ricercatori Dorina Polinari e Giorgio Mottironi. «Nel 2019 il solare aveva battuto ogni record di crescita rispetto al settore delle rinnovabili stesse, rappresentando il 62% di tutte le installazioni. Ed è anche quello che nel 2020 ha subito il minor rallentamento. Ma, se si guarda agli obiettivi Pniec 2030, sconta purtroppo un grande ritardo accumulato negli anni precedenti, un ritardo che riguarda soprattutto i cosiddetti impianti “utility scale” per cui è più difficile gestire la burocrazia, ma che tocca anche le aziende, quelle più restie al cambiamento, dove manca la cultura della sostenibilità ambientale» dichiara Giorgio Mottironi, marketing manager di EnergRed. Guardando al futuro, per raggiungere gli obiettivi del Piano Energia e Clima 2030 l’Italia deve ancora installare 40,7 Gigawatt di capacità da fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Si tratta di uno sforzo titanico per ridurre le emissioni del comparto e per sostenere la continua elettrificazione dei consumi a basse o zero emissioni, per cui si rende necessario raddoppiare l’attuale capacità. Ma se fonti come l’idroelettrico ed il geotermoelettrico hanno praticamente esaurito il loro ruolo, il solare e l’eolico stanno accumulando un grande ritardo, avendo rispettivamente raggiunto appena il 41% ed il 56% dell’obiettivo fissato dal piano.

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