Meldola, il fratello dell'uomo decapitato: "Non ho fatto niente, volete incastrarmi"

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È stato portato in caserma a Meldola ieri mattina per essere interrogato Daniele Severi, fratello di Franco, il 53enne ucciso e decapitato lo scorso 22 giugno. Era già successo nei giorni scorsi, ma questa volta ha varcato il cancello in qualità di indiziato di delitto. Per gli inquirenti sarebbe stato lui a togliere la vita al fratello, con il quale le tensioni non erano né tenute nascoste, né sopite. Verso le 19 è uscito sull’auto dei Carabinieri in direzione del carcere della Rocca dove ha trascorso la notte in attesa della convalida prevista per questa mattina.
Non ha confessato, si è proclamato innocente, come ha confermato all’uscita anche il suo avvocato Maria Antonietta Corsetti. Nella sede della Compagnia Carabinieri di Meldola Daniele Severi è rimasto per molte ore, davanti al Procuratore Maria Teresa Cameli, al sostituto procuratore Federica Messina, al comandante del Nucleo operativo radiomobile di Meldola tenente Gino Lifrieri. Con al fianco il suo avvocato, del Foro di Frosinone. Al fuoco di domande e alla richiesta di spiegazioni sugli indizi che gli erano mosse, non ha spostato di una virgola la sua versione: «Non sono stato io, mi volete incastrare».

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