«Era una ragazza molto carina nei modi di fare, sempre con il sorriso sulle labbra, e che non amava mettersi in mostra». A ricordare Francesca Quaglia, la 28enne originaria di Medicina travolta e uccisa da un camion martedì mattina a Milano mentre si trovava in sella alla sua bicicletta, è una sua ex insegnante di inglese al liceo linguistico Alessandro da Imola. «Sono stata la sua professoressa per tre anni e non ha mai dato alcun problema – continua la docente–. Bello il rapporto che aveva con il suo gruppo di amiche di Medicina e sono felice che poi, dopo le superiori, la sua passione per le lingue straniere sia cresciuta. Non ci sono parole per descrivere quello che è successo».
Una passione che, dopo le scuole superiori a Imola, l’aveva portata a laurearsi all’Università Ca’ Foscari di Venezia in lingua, letteratura e linguistica scandinave per poi specializzarsi all’Università svedese di Uppsala e alla Statale di Milano. Proprio nella città meneghina aveva deciso di rimanere a vivere, scegliendo il piccolo quartiere Ortica, come raccontato nel suo blog, dove aveva anche aperto un laboratorio di scrittura creativa. Sì perché Francesca, traduttrice e copywriter, amava leggere e scrivere. Oltre ad una passione smisurata per i viaggi, soprattutto in Svezia. Non a caso, proprio lì, a luglio aveva festeggiato il suo ultimo compleanno.
Appresa la notizia, le amiche e gli amici più stretti di Francesca si sono trincerati dietro un comprensibile silenzio. Altri, invece, hanno affidato i loro pensieri ai social. «Ciao Frà. É stato un onore condividere con te quei sei mesi a Stoccolma (e poi altro tempo a Milano) di cinque anni fa. Io e gli altri ti pensiamo da qui. E ti saremo eternamente grati per le amicizie che ci hai regalato facendoci conoscere. Ti dobbiamo tanto. Spero che dove tu sei ora sia tutto un po’ meno brutto di come lo è qui» ha scritto l’amica Danila sotto una foto del profilo Instagram della giovane. Tra i tanti messaggi anche quelli di persone che Francesca nemmeno la conoscevano. «Passo tutti i giorni su quella strada e spesso anche con la bicicletta, da lunedì ci sarà un pensiero per te – scrive Isabella –. La vita sa essere spietata e ingiusta, non ci sono spiegazioni. Un pensiero va anche alla tua famiglia».
La tragedia
Francesca Quaglia è stata travolta e uccisa martedì mattina da un camion nel centro di Milano, vicino al semaforo tra viale Caldara e corso di Porta Romana. Agganciata dal mezzo pesante che stava transitando di fianco a lei, è rimasta schiacciata sotto una delle ruote anteriori per poi essere trascinata sull’asfalto per diversi metri. Inutili i soccorsi del 118, la giovane è morta sul colpo per le gravi ferite riportate. Il conducente 54enne, che non si era accorto di nulla, è stato ricoverato in ospedale in stato di choc e sarà indagato per omicidio stradale. La Procura di Milano ha già disposto l’autopsia sul corpo della ragazza, per questo al momento non è possibile avere notizie sul giorno dei funerali. Intanto ieri, nel punto dove la 28enne ha perso la vita, alcuni ciclisti di Milano hanno organizzato un presidio per rivendicare i diritti di chi vive ogni giorno la città in bicicletta.