Un ulteriore approfondimento nell’opera di Ilario Fioravanti, in occasione del centesimo anniversario dalla nascita del grande scultore cesenate e del decimo dalla sua scomparsa. Questo pomeriggio dalle 17, nell’aula magna della Biblioteca Malatestiana di Cesena, avrà luogo la presentazione del libro “Il bestiario di Ilario Fioravanti”, un’analisi sulle figure di animali nell’opera dell’artista romagnolo, realizzata col contributo del Comune di Sogliano al Rubicone e del Rotary Club Valle del Rubicone: all’evento parteciperanno i due principali curatori dell’opera, cioè Stefano Mazzotti, direttore del Museo di Scienze Naturali di Ferrara, e Massimo Pulini, pittore e insegnante alla Sapienza di Roma e all’Accademia di belle arti di Bologna.
Nelle parole scelte dagli autori per riassumere il contenuto del libro viene ribadita l’originalità dello scultore cesenate: per loro «il caso di Ilario Fioravanti va in realtà rubricato nel corso felice dell’esperienza creativa, in quel flusso vitale che ha deviato dai tracciati principali allontanandosi sempre di più dal grande fiume tragico che ha innervato l’intero Novecento».
Pulini sostiene che «chi ha avuto la fortuna di vedere Ilario al lavoro ha di certo potuto percepire, sopra ogni altra cosa, l’intento suo di raccogliere quanta più materia possibile del mondo e insieme avrà apprezzato quell’instancabile bisogno di conoscerla, di tornare a plasmarla. Quando non aveva creta a portata di mano era un mozzicone di sanguigna a venir pigiata su di un foglio, fino a spremerne l’ultima goccia d’immagine, ricavando succo da ogni umanità che gli passava davanti, da ogni animale che entrava nella sua arca. È proprio attraverso quell’arca romagnola che si intende ricordare la propensione di Fioravanti mentre varchiamo il secolo dalla sua nascita. La zoologia messa insieme dall’artista nell’arco della sua intensa vita è estesa e sembra veramente abbracciare il mondo per modellarlo un’altra volta nella terra».
Perciò l’intento del libro è quello di andare in profondità nell’arte di Fioravanti, a partire dall’aspetto del mondo animale nelle sue opere; infatti i due curatori, nel presentare l’evento di oggi, affermano che «un’analisi di taglio naturalistico dunque viene affiancata a una lettura critica e poetica intorno a un tema che percorse tutta l’esistenza dello scultore cesenate. Nello stretto legame col territorio, intrecciato tra le materie del lavoro e l’umano paesaggio, rientravano a pieno titolo anche gli animali, fossero presenze domestiche o misteriose esistenze selvatiche. Dalla curiosità di comprendere la forma di un animale esotico all’istantaneo ritratto di un cinghiale intravisto nel bosco, da uno storione nelle braccia di un ragazzino alla serie intima e segreta delle civette, questa passione di Fioravanti ci restituisce uno sguardo struggente e insieme disincantato sulla natura e sulle infinite espressioni che compongono il regno animale».