Mauro Sanchini: "Che bella sfida con se stessi la Misano Bike"

Una delle voci della MotoGp salirà in bicicletta per la “Misano Bike” del 5 settembre. Mauro Sanchini, commentatore tecnico che affianca Guido Meda, nel decantare Quartararo, Marquez, Mir e compagni, sarà della partita.

Già visto il percorso “Sanchio”, come le sembra?

«Mamma mia sì: è davvero bello, si toccano posti di grande fascino fra Romagna e Marche. E’ un percorso difficile, con un bel dislivello e il primo obiettivo sarà concluderla. Credo sia una bella sfida per un buon amatore».

Mauro ci risponde con la voce bassa: eppure fra pochi giorni ci sarà Silverstone da commentare, com’è possibile?

«Proprio vero, ma ho preso freddo allenandomi in bici: meglio che stia attento e mi riguardi».

Il rapporto fra piloti e bicicletta è intenso: Redding, Aleix Espargaro, Pirro, Rea, Rinaldi o Savadori, solo per citarne alcuni, macinano centinaia di chilometri sui pedali: come mai? Solitamente gli appassionati “de e’ mutor”, la bici proprio non la guardano...

«Per me è nata come necessità per allenarmi in vista delle gare (Sanchini ha corso nel mondiale Superbike negli anni ‘90 ndr) quando si cade in moto spesso ci si fa male, alle gambe, ginocchia, caviglie e altro. La bici permette di riprendere ad allenarsi anche se non si è perfettamente in forma. Poi si resta affascinati da questo sport che ti “tira” dentro e tanti, come me, non l’hanno più lasciato. E’ anche utilissimo per perdere peso e, fatto in un certo modo, per migliorare l’agilità. Poi, in salita, ti regala delle sfide con te stesso veramente belle».

Tornando al Misano World Circuit cosa rappresenta per lei?

«Sono di Urbino, quindi non romagnolo, ma lo considero il circuito di casa, con tanti ricordi fin da quando ero bambino».

Con i Gp che raddoppiano a un mese l’uno dall’altro, Misano regalerà agli appassionati 30 giorni di spettacolo e di festa per Valentino Rossi, che ne pensa?

«Certo, sarà davvero un mese speciale e, conoscendo i romagnoli, sapranno come organizzare al meglio anche una serie di eventi collaterali. Sarà l’occasione di salutare Valentino in pista per l’ultima volta. Vorranno esserci in tanti. Speriamo che la pandemia non rovini la festa: saremo al cambio di stagione e bisognerà prestare grande attenzione. Senza questo problema poteva essere un periodo di follia e cose belle,
ora sarà festa, ma con giudizio».

Impossibile non approfittare di “Sanchio” per parlare della MotoGp. Il mondiale sembra essere diventato un affare fra Quartararo e il campione in carica Mir, mentre Ducati appare fuori dai giochi; il tutto mentre il mercato piloti esplode con la vicenda di Viñales: cosa possiamo dire?

«Ora, in effetti, Fabio e Joan sembrano i duellanti, ma aspetterei a dare la Ducati per esclusa. Non sappiamo quanti circuiti resteranno in calendario e che clima ci sarà quando si correrà: si cancellano le tappe calde extraeuropee per sostituirle con altre in Europa, presumibilmente con il freddo o la pioggia. Per quanto riguarda il mercato, questo caos è legato a un fatto particolare avvenuto fra Mav e la Yamaha. Lo spagnolo è un “buono”, ma nel box devono essersi detti delle cose che hanno impedito la collaborazione anche per pochi mesi: credo sia un evento eccezionale».

Questo caos sembra aver aperto uno spiraglio di rientro anche per Andrea Dovizioso, seppur tutti siano alla ricerca di un giovane e abbiano paura di affidarsi a chi è fermo da un anno. La Yamaha Petronas avrà nel 2022 lo sponsor italiano WithYou e questo potrebbe aiutare il forlivese, come potrebbe finire?

«Andrea aveva bisogno di fermarsi alla fine dello scorso anno, perché era logorato dal punto di vista psicologico. Non si sono accorti, forse, che trovarsi a piedi a 35 anni era un rischio grosso: non solo puoi essere dimenticato ma perdi anche il ritmo per essere subito competitivo con questi giovani. Ora vedo difficile il ritorno: Yamaha Srt dovrebbe avere uno sponsor italiano, ma hanno un mezzo ufficiale per un giovane da lanciare e un mezzo clienti per un secondo pilota. Non credo che Andrea si accontenterebbe».

Eppure nel 2020, con la M1 clienti, Morbidelli è stato vice campione.

«Sì ma è stato un campionato strano, con le case che non sviluppavano e poche gare. Morbido poi è stato eccezionale. Ora Ducati, Ktm, Honda, Suzuki e la stessa Yamaha hanno migliorato i mezzi ufficiali, quindi la vedo dura».

Valentino Rossi lascia: anche se sono alcuni anni che non vince tanto da entusiasmare le folle, la MotoGp perderà fascino? Chi saranno poi i suoi eredi fra i giovani Academy Vr46 (Bagnaia, “Morbido”, Bezzecchi e Marini)?

«L’assenza di Vale si sentirà, anche perché molti suoi tifosi seguono la MotoGp per lui. Il calo di seguito è dovuto ad una diminuzione della passione per il motorino fra i giovanissimi, anche se cresce fra le ragazze. Gli eredi? È difficile. Vale non solo ha vinto tantissimo ma è riuscito a creare un rapporto unico con i tifosi, prendendo e dando tanto. Fra i quattro vedo bene “Pecco” e “Morbido”, che avranno mezzi ufficiali».

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