Mauro Abbate da Medicina alla dura Tor des Géants in Val d'Aosta

Faenza

FAENZA. E’ arrivato 117° su 957 partecipanti (336 i ritirati) Mauro Abbate, atleta di Medicina della Leopodistica di Faenza, società affiliata al comitato territoriale di Imola e Faenza della Uisp, che ha preso parte al Tor X, la decima edizione del Tor des Géants, in Valle d’Aosta.
Quattro giorni, 23 ore, 29 minuti e 13 secondi per percorrere l’anello di 338 chilometri e 27.000 metri di dislivello complessivo che collega Courmayer a Valgrisenche, Cogne, Donnas, Gressoney-Saint-Jean, Valtournenche e Ollomont, attraversando il parco nazionale del Gran Paradiso e il parco regionale del Mont Avic, a un’altitudine compresa fra 300 e 3.300 metri.

«Pura gioia, soddisfazione, orgoglio, perché ce l’ho fatta, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta! – racconta Mauro, ripercorrendo le sensazioni provate al momento del taglio del traguardo –. Sono passati cinque giorni dalla conclusione della gara più difficile e al contempo più entusiasmante a cui ho partecipato e già ne provo nostalgia. Il Tor des Glaciers ha un potere di seduzione intenso».

Ripensando alla propria gara, «ho provato gioia e piacere per panorami mozzafiato, esaltazione nel momento del Col Arp (2.571 metri) superato sotto una discreta bufera di neve, dispiacere quando il mio compagno e amico ha deciso di ritirarsi, paura (che come insegna il mio maestro di arrampicata Francesco “è un importante alleata”) al momento di superare il Col Crosatie (2.800 metri) e il Col Loson (3.300 metri) belli gelati – racconta Mauro – . Una tempesta di emozioni».
Poi, «dopo Cogne (100 chilometri) e Gressoney (205 chilometri), con la stanchezza presente ma sotto controllo e l’umore alto, ho iniziato a crederci sempre di più – aggiunge –. E ancora innumerevoli altri superamenti di colli, discese spacca gambe. Dopo Valtournenche (230 chilometri) e Ollomont (287 chilometri), finalmente l’ultima salita. A 319 km mi attendeva il Col Malatrà (2.936 metri). Dopo un riposo di 45 minuti attacco il colle con una determinazione tale che bisognava abbattermi a fucilate! Ormai tutto il mio corpo e le mie forze mentali avevano solo un obiettivo: raggiungere Courmayeur nel più breve tempo possibile».

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